Omicidio di Paese, Massimo Pestrin: “La mia famiglia complottava contro di me”. La sorella di Rosanna: “Deve pagare”

Rosanna Trento era da poco tornata a casa, ieri mercoledì, dopo la mattinata passata ad accudire la madre novantenne, quando è stata uccisa a sangue freddo mentre stava pranzando assieme al marito Lino. Il cognato, Massimo Pestrin, è ora accusato di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela con le vittime.

“Era li per uccidere – ha affermato il procuratore della Repubblica di Treviso Marco Martani in mattinata – ha agito con lucidità scaricando quasi tutto il caricatore della sua pistola addosso ai due parenti”.

I sindaci di Paese Katia Uberti e di Quinto di Treviso Stefania Sartori dopo l’incontro con la famiglia Pestrin

Sarà solo l’autopsia a chiarire con quanti colpi abbia ucciso il fratello e con quanti la cognata. Domani mattina Massimo Pestrin sarà ascoltato dal Giudice per le indagini preliminari in carcere a Santa Bona, dove si trova in attesa della convalida dell’arresto. Ieri pomeriggio l’indagato ha reso delle dichiarazioni spontanee al Pubblico ministero di turno spiegando in parte la causa del gesto. “La mia famiglia complottava contro di me” avrebbe detto agli inquirenti, prima di chiudersi nel silenzio e quindi avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Nessuno dei familiari parla di dissidi o problemi tra di loro, anzi ricordano di aver accolto Massimo con serenità dopo che aveva divorziato dalla moglie.

Una bella foto di Lino Pestrin e della moglie Rosanna Trento il giorno delle nozze

Questa mattina al civico 58 di via Monsignor Breda è arrivata la sindaca di Paese Katia Uberti, accompagnata dalla collega di Quinto di Treviso Stefania Sartori. Le due prime cittadine sono state a colloquio con la famiglia Pestrin per circa un’ora: “Siamo davanti a una tragedia talmente grande che penso che per ora servano solo riservatezza e rispetto. Sono venuta qui per incontrarli di persona e portare loro la vicinanza di tutta la comunità” le parole di Uberti ai cronisti.

La dinamica dell’omicidio

Sembra delinearsi anche la dinamica di quanto accaduto in quella drammatica manciata di minuti nella tarda mattinata di ieri: secondo una ricostruzione, Massimo era già in casa quando, dopo aver sparato alcuni colpi in aria, ha ucciso prima il fratello e poi la cognata mentre erano a tavola. Dopo aver commesso l’omicidio è uscito di casa e avrebbe detto al fratello che abita a fianco di chiamare i Carabinieri perché aveva ucciso due persone.

All’inizio i familiari pensavano a uno scherzo, ma poi si sono resi conto della tragedia. Anche Massimo ha avvisato le Forze dell’ordine del terribile gesto commesso “con una lucidità tale che fa pensare all’atto premeditato” ha commentato questa mattina il procuratore Martani. Pestrin, nella sua telefonata alla sala operativa della Questura, ha detto il proprio nome, dove si trovava e cosa avesse fatto.

Il dolore dei familiari di Rosanna

Sono ancora scossi per quanto accaduto i familiari di Rosanna Trento: la mamma 90enne vive assieme alla sorella Patrizia a Vedelago. Era proprio lì che Rosanna aveva, come sempre, passato la mattinata prendendosi cura di mamma Rosalia prima di dare il cambio alla sorella, che assiste la madre al pomeriggio.

I sindaci di Paese Katia Uberti e di Quinto di Treviso Stefania Sartori incontrano la famiglia Pestrin 

“L’ultima volta che l’ho vista era qualche giorno fa – ricorda la signora Patrizia –: aveva comprato il gelato. Non ci aveva mai riferito di problemi o di litigi in famiglia”.

Rosanna era una persona espansiva, allegra e gioiosa, sposata con Lino da molti anni e dopo il matrimonio aveva sempre vissuto nella casa della famiglia del marito.

Il procuratore Marco Martani

“Penso che quello commesso da Massimo sia un atto criminale e voglio giustizia per mia sorella. Mia mamma deve ancora comprendere cosa sia successo veramente. Non credo di andare a trovare o di telefonare alla famiglia Pestrin” afferma Patrizia.

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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