Operazione “salone di lusso”: la Guardia di finanza arresta otto persone per truffa nel commercio di auto usate

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso coordinate dal Procuratore Massimo De Bortoli, hanno portato a termine nelle province di Treviso, Padova e Venezia una vasta operazione nei confronti di uno strutturato gruppo criminale con base operativa nel trevigiano dedito alla truffa aggravata ai danni dello Stato e al falso ideologico nel commercio di autovetture.

Oltre 80 finanzieri hanno portato agli arresti domiciliari otto componenti dell’associazione e a un sequestro preventivo di beni immobili, partecipazioni societarie, autovetture, conti correnti, polizze, denaro contante, per un valore complessivo che supera mezzo milione di euro.

Contestualmente, sono state effettuate numerose perquisizioni e sono stati acquisiti documenti presso la Motorizzazione Civile di Treviso e alcune agenzie di pratiche auto.

Le indagini dei finanzieri della Compagnia di Treviso sono state avviate nel 2019, quando le Autorità fiscali tedesche hanno richiesto di approfondire l’attività svolta da uno dei concessionari auto coinvolti, sospettato di essere una “cartiera”, creata al solo scopo di emettere fatture false.

Gli arrestati (un italiano, cinque romeni e due albanesi, tutti da diversi anni residenti in Italia) utilizzavano infatti le società, con sede operativa nel trevigiano, per acquistare autovetture usate di medio-grossa cilindrata, provenienti da Germania, Francia, Spagna e Belgio, per le quali avrebbero dovuto versare l’Iva all’atto dell’immatricolazione in Italia.

Per evitare il pagamento dell’imposta, invece, veniva sistematicamente presentata alle Motorizzazioni Civili di Treviso e Bolzano documentazione falsa, dalla quale risultava che il veicolo era stato acquistato all’estero con Iva direttamente dal cliente (all’oscuro della truffa), circostanza che consentiva l’immatricolazione in Italia a nome dei privati e dunque la mancata applicazione dell’imposta dovuta.

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I clienti, allettati dai prezzi concorrenziali, riportati negli annunci inseriti sui principali portali di inserzioni online, e rassicurati dalla possibilità di visionare di persona l’ampio parco auto disponibile presso gli autosaloni delle concessionarie, in totale buona fede incaricavano gli stessi venditori di gestire le pratiche di immatricolazione: solo in un secondo momento, quando venivano convocati dai finanzieri, si rendevano conto che i loro dati e documenti erano stati utilizzati dagli arrestati per compiere la truffa.

Dalle stime dei finanzieri, basate sull’analisi forense dei software gestionali delle concessionarie e dell’agenzia di pratiche auto utilizzata, i veicoli importati dall’organizzazione a decorrere dal 2015 arriverebbero a 500, per un giro d’affari di oltre 8,5 milioni di Euro, di cui 1,5 milioni di Iva sottratta alle casse dello Stato.

Di queste, sono state finora ricostruite puntualmente 161 cessioni, per un valore di quasi 3 milioni di Euro e un’Iva sottratta allo Stato di oltre 500 mila euro.

(Fonte e foto: Guardia di Finanza Treviso).
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