“In questa fase non c’era assolutamente bisogno di una polemica del genere”. Sono queste le parole di Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, dopo che da un paio di giorni sta prendendo sempre più piede la diatriba tra i consorzi del Prosecco dopo che al Ministero è arrivato un nuovo codice di autodeterminazione e la richiesta di togliere l’appellativo di “superiore” fino ad ora a uso esclusivo della Docg.
Presidente Polegato, cosa pensa di questa situazione?
“Questa è un’ulteriore dimostrazione che serve più dialogo e più coesione tra le parti. È necessario aprire un tavolo e i consorzi – assieme alle associazioni di categoria – devono parlare dei problemi che ci sono e delle eventuali migliorie necessarie per coordinare un lavoro di squadra. Io ritengo che come prima cosa la comunicazione debba essere univoca e coordinata fra i vari consorzi. Ognuno ha la propria identità, questo è chiaro, ma non dimentichiamo che il Prosecco è quello che è grazie alle colline di Conegliano e Valdobbiadene. La storicità di quello che da qualche anno è anche patrimonio Unesco ci ha permesso di avere questo prodotto unico al mondo che dobbiamo assolutamente difendere. Non bisogna sprecare energie per polemiche che si possono discutere nei luoghi adatti quando i problemi reali sono altri come la reperibilità di materie prime e la siccità”.
È preoccupato di quello che sta accadendo?
“Io sono preoccupato per i problemi reali che dicevo prima come – ripeto – la siccità, e un mercato in sofferenza a causa dell’inflazione. A questo va aggiunta anche la difficoltà delle aziende di trovare materie prime indispensabili per l’imbottigliamento come le bottiglie e di materiale definito “secco”. Questi sono i problemi che le aziende vivono tutti i giorni e che ci assillano da molti mesi. I produttori devono sapere che alle spalle hanno dei consorzi e delle istituzioni che li supportano e li aiutano. Credo che sia indispensabile coinvolgere anche la Regione visto che fino ad ora ha fatto tutto il possibile e creare un tavolo per parlare delle sfide che il domani ci riserva, facendo di tutto per la promozione e la tutela.
Questa situazione si presenta dopo il caso “Prosek”. Sembra non esserci mai pace per il nome del Prosecco…
“Sono due cose completamente diverse. Il Prosek è una minaccia che dobbiamo assolutamente debellare perché non è ammissibile che un Paese vicino a noi si permetta di rivendicare il diritto su un nome che non ha. In questo caso, invece, ci sono delle sfumature che vanno risolte rispettando quelli che sono i vari territori. Ci sono diversi consorzi e ognuno ha qualcosa da raccontare, però a livello comunicativo ci deve essere un coordinamento. Il sistema Prosecco deve funzionare e questo può avvenire solamente se le persone si parlano senza dualismo tra le parti, con la voglia di costruire qualcosa di concreto per affrontare i mercati che oggi hanno bisogno del nostro prodotto”.
Soprattutto perché sono molti i turisti che arrivano nelle colline attratti dal nome del Prosecco..
“Essere diventati patrimonio Unesco è stato un vantaggio enorme per farci conoscere ed ospitare un numero sempre maggiore di turisti, non solamente stranieri ma anche italiani che hanno il piacere di capire dove si produce questo prodotto straordinario. Questo avvantaggia tutto il territorio, tutta la provincia di Treviso e su questo bisogna lavorare creando le condizioni per essere una squadra. Coldiretti vuole fare la sua parte in questo percorso e deve essere coinvolta per cercare di far si che il nostro territorio sia valorizzato, pensando in maniera positiva per il futuro”.
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