Presentata la riabilitazione chirurgica iperspecializzata dell’ospedale Ca’ Foncello: Red Canzian il testimonial

Anche nel settore della riabilitazione la sanità veneta imbocca nuove strade di modernità. Succede all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove, ai pazienti cardiochirurgici, viene applicato un nuovo protocollo che parte dalle giornate precedenti l’intervento, e non successivamente all’uscita dalla sala operatoria.

Il nuovo modello coinvolgerà oltre 800 pazienti l’anno sottoposti a intervento al cuore, ed è stato presentato oggi, alla presenza del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, di Red Canzian in qualità di paziente e testimonial della bontà del percorso e della qualità dell’assistenza ricevuta, del direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi e dei sanitari che compongono il team multidisciplinare.

“È una pietra miliare della riabilitazione cardiochirurgica – ha detto Zaia ringraziando Red Canzian per aver voluto esserne testimonial – grazie all’attenzione con cui medici e infermieri si approcciano ai problemi del paziente, e grazie alla scelta di lavorare in squadra inserendo nella squadra anche il paziente, nella quale, dal bisturi all’infermiere, si crea una catena virtuosa di comunità d’intenti e attenzione a ogni singolo caso. Anche questa volta – ha sottolineato il governatore – facciamo la scelta dell’iperspecializzazione, come fu con la creazione delle breast unit assistere con team multidisciplinari le donne malate di tumore dalla diagnosi alla guarigione, che oggi supera il 90% a 5 anni”.

Rispetto al percorso preesistente, il nuovo modello presenta importanti novità: il percorso riabilitativo inizia prima e viene effettuato anche subito dopo l’intervento ed è costruito su misura del paziente; è costituito da una vera e propria squadra formata da paziente e team multidisciplinare (medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti e oss).

Con il nuovo percorso, il paziente occupa il tempo di attesa pre-intervento come tempo di cura e non come un tempo sospeso. Viene coinvolto assieme agli eventuali caregiver.

Il percorso riabilitativo, dopo una valutazione personalizzata, inizia alcune settimane prima dell’intervento con una parte informativa ed educazionale e una parte di riabilitazione respiratoria e/o motoria. Tutte queste attività vengono svolte sia in ambulatorio che da remoto (teleriabilitazione).

Il paziente viene monitorato e seguito dal team: arriva all’intervento nelle migliori condizioni possibili ed eventuali cambiamenti repentini vengono monitorati e gestiti. Il trattamento riabilitativo pre-intervento riguarda anche tutti i pazienti che vengono ricoverati e vengono operati in urgenza, con una presa in carico di alcuni giorni prima dell’operazione.

La fase post operatoria inizia già poche ore dopo l’intervento, in terapia intensiva cardiochirurgica, e ha l’obiettivo di ridurre al minimo le complicanze post intervento e ridurre la durata della degenza in ambiente intensivo.

Prevede riabilitazione respiratoria, tosse efficace, tecniche di riespansione e disostruzione, riabilitazione motoria con posizione seduta con il letto, seduto a bordo letto, semplici esercizi per le braccia e le gambe. Se il paziente è stato addestrato prima dell’intervento molte cose le sa già fare, e quindi le farà sia con l’aiuto e/o con la supervisione del fisioterapista, ma anche con la supervisione dell’infermiere e, se in grado, anche in autonomia.

I vantaggi che consente il nuovo percorso riabilitativo sono il miglioramento qualità della vita del paziente sia nel pre-intervento che nel post; il paziente è monitorato, seguito da un team ed ogni cambiamento repentino viene evidenziato e valutato subito, sia pre-intervento sia quando il paziente rientra a casa; riduzione della degenza in terapia intensiva e riduzione della degenza in reparto di cardiochirurgia e di riabilitazione.

(Fonte e foto: Regione del Veneto).
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