Presentati in Prefettura gli esiti del progetto Treviso Net-Work – Servizi in rete per la legalità del lavoro. Sidoti: “La Marca non è esente dal caporalato”

Sono stati presentati nei giorni scorsi, in Prefettura, gli esiti del progetto Treviso Net-Work – Servizi in rete per la legalità del lavoro.

L’iniziativa, finanziata con Fondi FAMI, ha consentito la mappatura e la presa in carico delle situazioni di vulnerabilità legate allo sfruttamento lavorativo e al caporalato presenti in provincia di Treviso.

In particolare, grazie alla collaborazione avviata con il partner di progetto, Una Casa per l’Uomo – Cooperativa Sociale, è stato attivato un network provinciale per lo scambio di informazioni, il contrasto allo sfruttamento lavorativo e la promozione della cultura della legalità.

Il network è stato formalizzato con l’adesione al “Protocollo d’intesa provinciale per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato”, che pone la Prefettura in un ruolo centrale sul tema del contrasto al lavoro irregolare.

Particolare attenzione è stata prestata alla formazione del personale operante nelle varie realtà coinvolte nella lotta al fenomeno, con 65 ore di formazione erogate nei primi 6 mesi di progetto, con il coinvolgimento di circa 200 operatori del territorio, di cui circa la metà dipendenti della Pubblica amministrazione.

Con il supporto delle rappresentanze datoriali coinvolte nel network, a giugno è stato realizzato un evento per le aziende per presentare gli scenari di premialità e opportunità finanziaria legati alla cultura della legalità (Rete Agricola di qualità e mercato estero, certificazioni internazionali).

Nel mese di agosto si è tenuto l’evento informativo sul lavoro regolare, i diritti e doveri del lavoratore e la sicurezza sul lavoro.

Inoltre, sono stati attivati 5 focal point per il contrasto alle forme di sfruttamento e la promozione del lavoro legale con sedi in Prefettura-UTG di Treviso ufficio della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, Servizi Sociali del Comune di Treviso, Servizio stranieri del Centro per l’Impiego di Treviso, ufficio Immigrazione della Questura di Treviso e una sede itinerante sul territorio provinciale.

Infine, è stato attivato per 6 mesi un appartamento di pronta accoglienza per vittime di sfruttamento.

Nel suo indirizzo di saluto, il prefetto Angelo Sidoti ha evidenziato che il territorio trevigiano non è esente dalla presenza del caporalato e ha ribadito il forte impegno della Prefettura nelle iniziative di prevenzione e contrasto del fenomeno.

“Lo sfruttamento dei lavoratori, l’intermediazione illecita – ha infatti sottolineato il prefetto –da un lato evocano la sottomissione delle persone a fini speculativi in una nuova forma di schiavitù o servitù medievale, dall’altro inquinano il corretto e libero esplicarsi delle attività economiche e imprenditoriali introducendo distorsioni sul libero mercato del lavoro e nella libera concorrenza in danno di imprese e aziende rispettose della legalità e dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e svantaggiate rispetto a quelle che operano con evasione degli obblighi contributivi e assicurativi e con corresponsione di salari che definire indecenti è poco”.

Sono intervenuti all’evento il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Treviso, il Capo Centro DIA di Padova, il Professor Stefano Soriani del Campus Ca’ Foscari, i referenti della Cooperativa “Una Casa per l’Uomo”, il dottor David Mancini, Giudice esperto nel fenomeno della tratta degli esseri umani e i rappresentanti della Fondazione Leone Moressa che ha presentato, nell’occasione, il suo rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione.

(Foto: Prefettura Treviso).
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