Un altro importantissimo riconoscimento scientifico per l’Unità Operativa Complessa di Medicina dello Sport di Treviso.
Due giorni fa, Circulation, la rivista scientifica più autorevole al mondo in ambito cardiologico, ha pubblicato i risultati della ricerca del gruppo trevigiano, in collaborazione con i professori Domenico Corrado e Alessandro Zorzi dell’Università di Padova.
Nell’ambito della ricerca sono state esaminate le circa 53.000 valutazioni mediche e cardiologiche sportive eseguite su 15.127 giovani dal 2009 al 2019 a Treviso.
“Lo spunto di questa ricerca – spiega il dottor Patrizio Sarto, direttore dell’unità operativa di Medicina dello Sport – nasce da una telefonata dell’agosto 2018 con il professor Domenico Corrado che mi chiedeva se avevo letto un articolo scientifico di un gruppo anglosassone che mostrava i limiti del loro modello di screening cardiologico dei giovani calciatori nel prevenire la morte improvvisa”.
“Quell’articolo era a noi ben noto perché aveva sollevato dubbi nel mondo scientifico sull’efficacia dello screening dei giovani atleti da sempre fiore all’occhiello della medicina dello sport italiana. – prosegue – Da quella telefonata è scattata la voglia a tutto il mio meraviglioso gruppo di elaborare e rielaborare, non so nemmeno quante volte, i dati in nostro possesso frutto di 10 anni di valutazioni senza però mai distogliere attenzione al nostro lavoro quotidiano ma “rubando” invece qualche ora alle nostre famiglie”.
“La nostra sensazione, – precisa – poi confermata dal risultato della nostra ricerca, era che il modello italiano, che prevede la rivalutazione annuale, facesse la differenza nell’identificare le cardiomiopatie genetiche e acquisite che potrebbero non essersi ancora manifestate clinicamente al momento della prima visita ma essere rilevabili al momento delle visite successive. Questo è vero a patto che la valutazione, come l’abbiamo costruita a Treviso, sia attenta, scrupolosa e finalizzata ad escludere, nella popolazione sportiva visitata, le patologie a rischio di morte improvvisa e non sia guidata solamente dalla logica di produrre prestazioni”.
La ricerca ricorda inoltre che a Treviso i ragazzi per i quali è controindicato lo sport agonistico a causa di una cardiomiopatia grave diagnosticata non vengono abbandonati ma continuano un percorso valutativo periodico presso la Medicina dello Sport, finalizzato oltre che alla gestione della malattia anche a identificare un programma di esercizio fisico personalizzato da poter svolgere in sicurezza.
(Fonte e foto: Ulss 2 Marca Trevigiana).
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