Quattro italiani su 10 (41%) porteranno agnello a tavola a Pasqua per rispettare le tradizioni e sostenere anche la sopravvivenza di 60mila pastori duramente colpiti dalla crisi.
È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ in occasione dell’avvicinarsi della ricorrenza durante la quale si acquista gran parte dei circa 1,5 chili di carne di agnello consumati a testa dagli italiani durante tutto l’anno.
“La chiusura forzata di ristoranti e agriturismi a causa della pandemia – sottolinea Coldiretti – ha privato i pastori di uno sbocco di mercato importante con effetti devastanti sull’economia del settore e sull’occupazione.
Con la Pasqua blindata e i ristoranti chiusi sono molti gli italiani che si metteranno ai fornelli proprio per sperimentare le ricette della tradizione, anche grazie ai tutorial realizzati dai cuochi contadini di Campagna Amica per insegnare a cucinare le pietanze della tradizione.
Per evitare rischi e portare in tavola qualità al giusto prezzo l’appello della Coldiretti è quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale come l’Igp, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile.
In una situazione in cui oltre un agnello su due (55%) presente nei banchi frigo per Pasqua è di origine straniera il pericolo è, infatti, di mettere nel piatto carne spacciata per italiana che non rispetta gli stessi standard qualitativi di quella nazionale.
“Senza un deciso impegno dell’intera filiera agroalimentare nazionale per la prossima Pasqua la pastorizia italiana rischia di scomparire con l’abbandono di migliaia di famiglie che hanno fatto dell’allevamento il centro della loro vita” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
La pastorizia è un mestiere ricco di tradizione molto duro che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità e che si prende cura di 6,2 milioni di pecore da nord a sud della Penisola anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019.
(Fonte: Coldiretti Treviso).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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