Gli espositori del territorio presenti al Salone del Mobile 2023 hanno confermato – almeno per i primi due giorni di fiera – un riscontro perlopiù positivo, caratterizzato da una presenza maggiore di professionisti rispetto a quanto osservato negli anni scorsi. Più potenziali acquirenti, più giro d’affari, per un Veneto che si mette in mostra anche in territorio lombardo: hanno raccontato la loro storia le nicchie d’artigianato della Pedemontana, con piccoli ma mirati stand espositivi, ma anche le grandi produzioni del comparto del mobile, specie dell’area Vittoriese-Coneglianese-Opitergina, che trionfava con gli spazi più ampi. Grande ritorno anche di Euroluce, nell’ambito dell’illuminazione, ai padiglioni 9 e 11, dove l’atmosfera era volutamente più contrastata e suggestiva.
(Quasi) da tutto il mondo
In quasi tutti gli stand che abbiamo visitato, dal padiglione 2 al 24, non c’era molto tempo per le interviste: i responsabili commerciali erano impegnati con visitatori provenienti da ogni Paese, che chiedevano loro informazioni sui prodotti più innovativi e sostenibili. Si è parlato molto di Asia, specialmente di Cina e Giappone, ma anche degli Stati Uniti, assenti nelle ultime edizioni, specie per il comparto del mobile. Gli espositori riferiscono dell’assenza – prevedibile – dei buyer di religione musulmana, in quanto questo periodo coincide fino a giovedì (incluso) con quello del Ramadan. Alcuni di loro si sono lamentati del fatto che effettivamente l’ente Fiera doveva considerare anche quest’aspetto nel selezionare le date della manifestazione.
Cresce la mania dell’outdoor sostenibile
È stato riscontrato anche un interesse crescente per l’outdoor, forse sulla base della primavera anticipata che anche ieri, mercoledì 19 aprile, in quel di Rho Fiera, ha fatto togliere la giacca anche agli “elegantoni”: anche su questo micro-settore la Marca ha risposto con interesse, portando delle proposte in linea con le esigenze di sostenibilità che col tempo sono diventate il primo presupposto per aprire il dialogo con i mercati europei e non solo. Un concetto di sostenibilità, quella espressa dagli stand trevigiani e bellunesi, che diventa sempre più concreto: che evita, per esempio, gli sprechi nell’uso dei materiali raffinati, preferendo il grezzo alle finiture (come nel caso del legno).
I collaboratori dal territorio alla Fiera
Ai rappresentanti delle aziende del territorio facciamo anche una domanda che potrebbe sembrare scontata, ma che in Veneto, dove da sempre si è più bravi a fare che a parlare, non lo è affatto: “Ma quando avete collezionato qui nella grande Milano questi contatti, questi appuntamenti, questi ordini e di conseguenza, si spera, questi successi, condividete un po’ della vostra soddisfazione anche ai vostri collaboratori che lavorano a testa bassa negli stabilimenti del nostro territorio?”
C’è chi ci risponde che l’azienda ha già previsto che i dipendenti vengano in visita allo stand nel fine settimana, quando sarà possibile ospitarli. Altre realtà affermano che organizzeranno dei briefing per spiegare com’è andata la fiera una volta a casa, cominciando subito dopo a lavorare in vista degli ordini. Infine, c’è anche chi preferisce separare gli ambiti legati al territorio dalla proposizione commerciale, che guarda anche a mercati particolari come Laos, Vietnam e Cambogia.
“L’importante è renderli consapevoli di quello che possono fare – ci risponde uno degli intervistati. – Per quanto il reparto commerciale riesca a performare, senza la qualità garantita dalla nostra gente, tutti questi successi non sarebbero possibili”.
Le interviste negli stand del territorio
“In termini di numeri non è come in passato – commenta Fiore Piovesana, della Camelgroup, – Hanno eliminato anche il piano di sopra, infatti. Però le persone presenti in fiera quest’anno sembrano avere intenzioni molto più concrete. Potrei riassumere parlando di sensazioni positive senza trionfalismi. Positive perché c’è maggior concretezza: clienti che non fanno perdere tempo”. Abbiamo rivisto la Cina, il Giappone, Stati Uniti, tutta l’Europa” hanno spiegato dalla De Castelli di Crocetta.
“Come nazionalità diremmo che, per noi che esportiamo in 84 Paesi, c’è una buona diversità. È stato bello riabbracciare i nostri clienti da Laos, Cambogia, Filippine, Myanmar” rispondono dalla Status Italy di Gaiarine. “Noi oggi presentiamo una collezione di prodotti nuovi, non ancora a catalogo, proprio per avere un riscontro dalla clientela sulle nuove tendenze – spiegano dalla Diventa di Salgareda – L’occhio del visitatore è molto attento alla sostenibilità, questo è certo. Noi ci siamo concentrati anche su questo punto”.
“C’è comunque un buon movimento e chi arriva qui è interessato al nostro prodotto. Fanno molte domande, specie sulla creazione artigianale dei prodotti” spiega la Celato Rito, di Montebelluna. “A noi sono mancati gli americani, ma nel complesso gli stranieri sono tantissimi. Ci sono stati degli ottimi risultati. Per attirarli? Noi abbiamo usato delle nomenclature che ricordano Venezia” ci raccontano dall’Alta Corte di Treviso.
“La fiera sta andando bene e siamo, al momento, contenti. Oggi (mercoledì) sono ripartiti gli italiani, mentre ieri c’erano praticamente soltanto gli esteri – spiegano da Zava, di Cornuda – Noi stiamo cercando di mostrare la nostra personalità, in questo contesto di Euroluce che – a noi piace dire così – aveva proprio bisogno di noi”.
“I nostri visitatori stranieri e non solo apprezzano in particolare il fatto a mano e ci chiedono molte informazioni a riguardo” ci racconta Bernardi di Pieve del Grappa. “Allora la nostra azienda ha fatto tutte le edizioni di Euroluce, – dichiara la MM Lampadari di Pederobba – al momento siamo felici perché sentiamo un ritrovato entusiasmo. Ci sono molti francesi, australiani e canadesi. Finalmente abbiamo uno stand accogliente e colorata. La nostra è un’azienda storica presente sul territorio dal ’66 e vediamo quanto viene apprezzato l’incontro tra il metallo e il vetro di murano”.
“Quest’anno moltissimi asiatici e altri stranieri – risponde Michele De Marchi, ad di Ditre Italia, – Noi cerchiamo di condividere anche con i dipendenti questi risultati: facciamo delle riunioni una volta tornati in sede per cercare di trasmettere l’andamento. Il prodotto di punta lo vedremo alla fine della fiera, puntavamo su un divano specifico e sull’outdoor. Per il momento i numeri ci danno ragione, ma è ancora troppo presto per dirlo”.
A parlarci di un nuovo approccio alla sostenibilità nelle richieste dei clienti è invece Rita Cadorin, dell’omonima azienda di Possagno, che negli scorsi giorni ha ricevuto anche la visita della premier Meloni: “Finalmente si ricerca non soltanto un legno select, ma anche quello che in gergo chiamiamo ‘il nodo’: così è finalmente possibile sostenere l’economia accettando un legno che esprime tutta la sua bellezza, quindi nel suo aspetto più naturale”.
“Noi pretendiamo che i nostri collaboratori vengano in visita allo stand, affinché possano toccare e vedere quello che l’azienda ha messo in mostra” hanno spiegato gli espositori di Lof’s. “I nostri collaboratori scendono in fiera al sabato: questo perché quello che noi presentiamo qui ai clienti è utile trasmetterlo anche a chi poi realizza i materiali. Sono loro il cuore pulsante dell’azienda” spiegano dallo stand della Bamax.
(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it