Non ci ha pensato due volte Giulia Spolaore, 23enne infermiera di Scorzè (Venezia), quando ha visto un ciclista cadere a terra colto da un malore. Era il giorno di Pasquetta e la giovane stava navigando lungo il Sile assieme a Francesco Peruzzo.
“Eravamo arrivati in centro a Casale sul Sile – spiega – ed eravamo fermi di fronte alla chiesa per andare a fare aperitivo. Appena abbiamo messo piede sulla terraferma ho visto dall’altro lato del fiume un uomo che è caduto a terra”.
Quando Giulia ha visto che le persone accanto al 68enne residente a Preganziol erano parecchio agitate, ha chiesto a Francesco di portarla con il gommone dall’altra parte del fiume per accertarsi delle condizioni dell’uomo.
“Ho capito subito che era in arresto cardiaco – continua – e così ho iniziato il massaggio, andando avanti per circa una decina di minuti”.
Proprio lungo la greenway del Sile stava facendo un giro in bici, quel giorno, anche Marco Marcanzin, 33 anni, originario di Treviso e specializzando in Ortopedia all’ospedale di Conegliano, il terzo “eroe” che il Lunedì dell’Angelo ha contribuito a salvare la vita all’uomo in bicicletta.
“Ho aiutato Giulia dandole il cambio nell’effettuare il massaggio cardiaco – spiega Marco –: abbiamo continuato per altri dieci minuti fino all’arrivo del defibrillatore prima e dell’ambulanza poi”.
Durante questi minuti è risultato fondamentale anche l’apporto di Francesco, che a bordo del suo gommone si è recato a prendere il defibrillatore più vicino, risultato fondamentale per salvare la vita all’uomo. “Ho fatto solo da taxi – commenta – è stata una fortuna avere il gommone e aver fatto da tramite“.
Marco e Giulia hanno così rianimato l’anziano fino all’arrivo dei Sanitari del Suem 118 che hanno trasportato il paziente all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso da dove è già stato dimesso: “Il defibrillatore in questi casi è fondamentale – aggiunge Marco -: senza di questo non si riesce a riprendere una persona che è in arresto cardiaco. Siamo stati molto fortunati ed è stato fondamentale sapere cosa fare. Una grossa mano ci è stata data anche dalle persone che erano li presenti”.
Questa mattina nella sede del Suem 118 del Ca’ Foncello i tre “eroi” sono stati ricevuti dal direttore Generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, alla presenza del direttore del Suem di Treviso Marialuisa Ferramosca e dal sindaco di Casale sul Sile Stefania Golisciani.
Sull’importanza dell’episodio si è espresso lo stesso Benazzi, che ha voluto anche ringraziare i tre giovani per il loro sangue freddo che ha permesso di salvare la vita a una persona.
“Sono due gli aspetti fondamentali di questa vicenda – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana –: il primo è che ogni cittadino può essere protagonista per salvare una vita e per questo sono fondamentali i corsi che promuoviamo quotidianamente assieme ai Comuni. La seconda cosa che tengo a ricordare è l’efficienza della sanità veneta e in particolare quella del Suem di Treviso. Nelle emergenze urgenze diamo delle risposte immediate e salviamo la vita delle persone. L’anno scorso il Suem ha effettuato oltre 60 mila interventi”.
In Italia sono quasi 60 mila all’anno gli arresti cardiaci. “Una quota importante avviene anche nel nostro territorio – spiega Ferramosca –: il 70 per cento degli arresti cardiaci avvengono in presenza di altre persone e noi dalla centrale operativa diamo delle istruzioni telefoniche che possono salvare la vita anche se la persona non ha mai fatto un massaggio cardiaco. Se poi ha fatto un corso, è ancora meglio”.
L’utilizzo del defibrillatore è una manovra tanto semplice quanto fondamentale e “per questo motivo – conclude Ferramosca – inizieremo ad insegnarlo anche ai bambini al di sopra dei sette anni”.
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