Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito di mirate attività ispettive volte alla tutela del “Made in Italy”, oltre che alla salvaguardia delle principali filiere produttive nazionali, con il supporto di Vigili del Fuoco, S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro e A.R.P.A.V. di Treviso, nonché con il contributo dei comuni interessati, hanno eseguito, secondo gli ambiti di rispettiva competenza e adottando un modello di controllo integrato altamente efficace, quattro distinti controlli presso altrettante aziende tessili del trevigiano con sedi tra i comuni di Quinto di Treviso e Preganziol.
In due dei quattro laboratori tessili controllati, rispettivamente di circa 300 e 200 metri quadri, sono state accertate condizioni di assoluto degrado e pericolo, con l’impiego di due lavoratori irregolari di nazionalità pakistana, nonché ripetute violazioni delle norme in materia urbanistica e riguardanti la gestione dei rifiuti, irregolarità così gravi che hanno indotto i finanzieri del Gruppo di Treviso a sequestrare d’urgenza i due immobili (del valore complessivo di 230 mila euro), 11 macchinari, 8 banchi da lavoro e 1 muletto; l’intera attività è stata poi convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale.
Gli amministratori delle quattro imprese, di nazionalità straniera, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazione delle norme volte a prevenire gli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro, deposito incontrollato di rifiuti, esecuzione di opere edili abusive.
In particolare, per quanto concerne la prevenzione degli incendi, le violazioni riscontrate hanno riguardato l’impraticabilità delle vie di fuga e l’assenza della cartellonistica orizzontale e verticale di sicurezza.
A queste si sono aggiunte svariate violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui la presenza di macchinari sprovvisti di sicurezze negli organi mobili, le scarse condizioni igieniche, la mancata effettuazione della valutazione dei rischi aziendali e della nomina del medico per la sorveglianza sanitaria, l’omessa predisposizione del documento di formazione del personale nella gestione dei rischi e nell’utilizzo delle attrezzature.
Inoltre, in una delle imprese tessile è stato rinvenuto un deposito di scarti tessili realizzato senza le prescritte procedure di legge che impongono la tracciabilità dei rifiuti.
Per quanto concerne le violazioni in materia urbanistica, è emerso che in uno dei due laboratori sequestrati erano state ricavate sei stanze abusive, di cui una adibita a camera da letto e una a cucina.
Infine, l’approfondimento della posizione dei quattro laboratori tessili controllati ha permesso di accertare pendenze tributarie per circa 3 milioni di euro da parte delle 14 ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a decorrere dal 2013, li hanno gestiti: si tratte di vere e proprie imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita ad hoc, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo il nome e la partita IVA.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Guardia di Finanza)
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