Si può essere (super)eroi per amore: negozianti, istituzioni e volontari insieme per la pediatria del Ca’ Foncello

E’ stato un pomeriggio da supereroi quello di ieri sabato negli impianti sportivi “Parabae” a Maserada sul Piave, coinciso con l’evento conclusivo della raccolta di fondi benefica destinata al reparto pediatrico dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e all’Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma, una forma tumorale che colpisce i più piccoli.

Intervista al Direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi

L’incidenza di tumori e malattie rare tra i bambini rappresenta una realtà caratterizzata da numeri importanti, condizione rispetto alla quale ricerca e prevenzione possono fare la differenza.

Patrocinata dal Comune di Maserada, la maratona solidale conclusasi lo scorso 27 aprile ha registrato l’importante contributo di una ventina di esercizi commerciali maseradesi, attraverso i quali è stato possibile dare seguito a una raccolta che in poco meno di 45 giorni ha raggiunto i 2.500 euro.

Un significativo risultato che è stato salutato con soddisfazione da Lamberto Marini, sindaco di Maserada sul Piave: “E’ la prima volta che il nostro territorio accoglie un evento come questo e sono orgoglioso e soddisfatto della positiva risposta che la cittadinanza maseradese ha saputo dare – esordisce il primo cittadino –. Quando siamo venuti a conoscenza dell’iniziativa, insieme al nostro assessore Barbara De Marchi, che si è poi operativamente occupata della gestione dell’evento, abbiamo subito deciso di contribuire concedendo il patrocinio comunale. Ringrazio tutti coloro che hanno donato e i nostri esercenti, che si sono fatti portavoce di un evento benefico che ha visto protagonista il nostro territorio”.

Donare ai bambini che vivono in ospedale, anche per lunghi periodi, la gioia di un sorriso e una parentesi di vita normale è la missione di “Heroes for love”, gruppo di volontari e volontarie che vestono i panni dei supereroi più amati. “Siamo nati circa due anni fa e ci unisce un obiettivo comune: regalare un sorriso a coloro che ne hanno più bisogno – racconta Luigi Mancino (alias Spiderman) –: siamo circa in nove e tra noi ci sono anche quattro super eroine. Ci muoviamo prevalentemente tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma in caso di bisogno raggiungiamo tutta Italia: dopotutto, siamo supereroi”.

Un gruppo coeso che inizia a collaborare sin dal suo debutto con l’Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma. Scelta di vita, quella di diventare “supereroe per amore”, che affonda le radici nell’esperienza personale dei volontari: “Ciascuno di noi ha vissuto in prima persona il dramma della malattia, da bambino o da genitore – spiega Luigi -. Sappiamo cosa si prova e quanto possa essere difficile, annichilente vedere la propria vita cambiare così radicalmente e all’improvviso. Mutano le abitudini, la quotidianità, i pensieri. Vivere per così tanti mesi in ospedale è difficile per un adulto, immaginiamo quanto possa esserlo per un bambino”.

La consegna simbolica delle somme raccolte

Compagna di viaggio, per molti degli ospiti ricoverati, è la solitudine: “E’ importante esserci – fa eco Elio Paulizzi (alias Thor) -, donare loro un sorriso e la gioia della normalità, che sono gli ingredienti fondamentali in ogni percorso di guarigione. La nostra presenza è utile anche durante le terapie ospedaliere, o quando i bambini ricoverati devono affrontare una Tac – spiega Marco Rovagnan (“in arte” Deadpool) – molti hanno paura e avere il loro eroe preferito accanto dà loro coraggio e questo li aiuta ad affrontare la sfida, proprio come fanno i supereroi”.

Un intervento che non è solo ospedaliero: “Portiamo un sorriso ai bambini che hanno più bisogno anche nelle loro case – racconta Luigi -, abbiamo festeggiato insieme a loro la guarigione dalla malattia e siamo stati vicini a coloro che non ce l’hanno fatta. Siamo stati al loro fianco sino all’ultimo momento, anche partecipando ai funerali vestiti da supereroi. Può sembrare il momento meno adeguato, ma per tanti questo rappresentava l’ultimo desiderio”.

La dimensione emotiva è certamente la componente più impegnativa per i volontari di Heroes for love: “Conosciamo questi bambini, le loro storie, i loro desideri, le loro famiglie in un momento di estrema fragilità – spiega Elio -. Non è facile, una volta tolta la maschera e il costume da supereroe, smettere di pensare loro. Essere un gruppo affiatato ci aiuta: parliamo, ci raccontiamo le nostre sensazioni, i nostri pensieri e questo ci aiuta a gestire il carico emotivo”.

Scorci di normalità che rappresentano un supporto psicologico anche per i genitori: “Spesso, mentre i loro figli ridono e giocano insieme a noi – racconta Roberto Anoé (Capitan America) -, i genitori ci osservano in disparte con le lacrime agli occhi. La paura e l’angoscia per il futuro dei propri figli affliggono ogni momento delle loro giornate e noi ci siamo, ci siamo anche per loro”.

A sottolineare l’importanza della solidarietà, e quindi di iniziative come questa, è Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana: “E’ un piccolo dono ma è un gesto significativo, che rimette al centro l’importanza dell’altro, in un epoca di personalismi, indifferenza ed egoismo. Con la cifra donata creeremo uno spazio all’interno del quale i bambini possano giocare in un ambiente accogliente, ricco di immagini e giochi che possano far dimenticare loro il contesto ospedaliero per permettergli di vivere come se fossero in un ambiente familiare o scolastico, nel quale mi auguro di vedere spesso dei volontari supereroi”. Alla consegna delle somme raccolte era presente anche la Provincia di Treviso, con il consigliere Giorgio Bredariol.

La ricerca intanto prosegue e raggiunge risultati significativi: “Nel 1990 l’incidenza di mortalità del neuroblastoma si aggirava intorno al 75% – spiega Riccardo Gilmozzi, del Dipartimento di biologia cellulare dell’Università di Trento -, una percentuale che trentacinque anni dopo è scesa al 35: un enorme salto in avanti. Terapie efficaci e innovative nell’ultimo anno ci hanno portato importanti risultati e un miglioramento della prognosi dei pazienti. Esiste un sottotipo di neuroblastoma, molto più aggressivo – prosegue il ricercatore – sul quale stiamo concentrando analisi genomiche per comprenderne le caratteristiche genetiche. Due i nuovi progetti di ricerca partiti recentemente, che coinvolgono 10 università italiane e una londinese”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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