Non piove da mesi, terreni e piante secche e molto spesso vento forte: sono queste le condizioni perfette per gli incendi. Purtroppo questa situazione climatica è quella in cui versa anche l’Alta Marca Trevigiana, fino ad ora di rado colpita dalla siccità. Nel 2022 i giorni di pioggia si possono contare nelle dita di una mano e questo periodo così particolare non sta causando danni solamente alle coltivazioni e all’agricoltura.
Nell’ultima settimana i Vigili del fuoco della provincia di Treviso hanno dovuto impegnarsi per domare numerosi roghi, un numero sicuramente maggiore rispetto allo standard del periodo. Solo nella giornata di ieri sono stati tre quelli che hanno causato danni maggiori, ma sono numerose le chiamate dei cittadini anche per piccoli incendi che hanno interessato altre zone come campi e argini, dove una piccola distrazione o un mozzicone di sigaretta fanno si che scoppi un incendio.
Preoccupato per la situazione anche il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Alberto Maiolo, che si è già trovato ad affrontare situazioni simili nel 2003 in Friuli Venezia Giulia. Quello che cambia rispetto a quell’anno, però, è che il periodo di siccità cadde nel mese di agosto e non a marzo come ora.
Comandante, questo periodo di siccità prolungato sta iniziando ad essere un problema anche sotto il punto di vista degli incendi. La situazione la preoccupa?
Purtroppo, da un punto di vista della criticità connessa con gli incendi di bosco/sterpaglia, quest’anno si prospetta davvero problematico, a causa dell’elevata siccità degli ultimi mesi nonché delle scarse precipitazioni nevose invernali. Naturalmente a fronte di una situazione di questo genere cresce la preoccupazione che possano verificarsi incendi piuttosto estesi e con dinamica di sviluppo molto veloce.
Cosa deve fare una persona se vede un incendio in un bosco?
Deve chiamare subito i soccorsi, sia il 115 dei Vigili del Fuoco, che il 112 o il 1515 dei Carabinieri Forestali. Una telefonata rapida significa una rapida attivazione dei soccorsi e quindi un veloce intervento per contenere l’evoluzione dell’evento, cioè la sua espansione
Lei ha già affrontato situazioni siccitose di questo tipo?
Questo non è certo il primo anno di siccità. Ricordo l’agosto del 2003 in Friuli, con notevole caldo e scarsità di piogge, che portarono a incendi di bosco piuttosto estesi, soprattutto nella zona montana della provincia di Udine: ma era agosto, periodo in cui ti aspetti di avere temperature elevate e scarsità di precipitazioni.
Quale è il numero di incendi che avete spento in tutta la provincia in questo periodo?
Da inizio anno, solo per incendi di vegetazione, siamo a 133 interventi, per oltre 100 ore di attività del personale del Comando. Nel mese di gennaio gli incendi sono stati 19, prevalentemente di sterpaglia in zone attigue a viabilità o ad attività agricole; 53 sono stati gli interventi nel mese di febbraio, tutti di piccole dimensioni, mentre nel mese in corso siamo a 61 eventi, tra cui gli ultimi, del tipo boschivo, di dimensioni considerevoli.
Ha notato un incremento di incendi nelle ultime due settimane?
Sì, i dati statistici parlano da sé. Purtroppo l’incidenza del comportamento imprudente di alcune persone, nonostante la situazione di elevato rischio, determina incendi che potrebbero essere evitati. Questa regione infatti non annovera, come altre regioni d’Italia, un elevato numero di atti dolosi, che sono propri di azione speculative/di controllo che caratterizzano altre realtà, però i comportamenti azzardati come l’accensione di fuochi o l’utilizzo di apparecchiature che generano scintille senza l’adozione di opportune precauzioni, lo scarico delle braci dei caminetti non completamente spente, eccetera, generano eventi che potrebbero essere evitati.
L’Alta Marca, essendo una zona collinare e montuosa, è più soggetta morfologicamente a questo fenomeno?
Tutte le zone montuose e collinari determinano, per la loro conformazione, un acutizzarsi del problema incendi a causa delle correnti ventose ascensionali che in esse si generano e che spingono le fiamme, incrementando la velocità di propagazione del fuoco e di estensione dell’incendio.
Avete idea di adottare, se la situazione dovesse aggravarsi, di avvicinarvi alle zone di maggior rischio con postazioni mobili?
No, non lo riteniamo necessario perché la presenza delle Sedi operative dei Vigili del fuoco in provincia è molto ben distribuita sul territorio e consente interventi rapidi. L’adozione di presìdi viene prevista solo nel caso di aree difficilmente raggiungibili, o con tempi elevati, ovvero per situazioni in atto che prevedano la necessità di una presenza operativa e non di attesa.
Se ci fossero reali problemi di approvvigionamento idrico, come farete a garantire le vostre scorte d’acqua?
Speriamo che una situazione di questo tipo non abbia a verificarsi, anche perché non rappresenterebbe un problema solo per gli incendi ma, in generale, per la vita delle persone. Comunque il sistema organizzativo del Corpo Nazionale consente una larga flessibilità nell’approvvigionamento di ogni necessità, richiamandola da dove essa è eventualmente disponibile.
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