Domenica sera la Squadra Mobile di Treviso ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per furto pluriaggravato e continuato il presunto autore di diverse “spaccate” avvenute nell’ultimo periodo nel centro storico del capoluogo.
In particolare, a seguito di una complessa indagine degli investigatori della Squadra Mobile è stato identificato il giovane di 22 anni che avrebbe commesso diversi furti con scasso in danno di almeno 5 attività commerciali, soprattutto bar e ristoranti, situati nel centro storico di Treviso, tutti accomunati dal medesimo modus operandi, ossia lo sfondamento delle vetrate mediante tombini recuperati nelle vicinanze.
I locali presi di mira e poi depredati, secondo la ricostruzione degli investigatori, sono la pasticceria Nascimben, il ristorante Cae de Oro, il bar Fuoriporta Caffè, il ristorante Hostaria Alloro e il negozio Futura Market.
Con le “spaccate” il presunto ladro, a parte gli ingenti danni provocati ai negozi, è riuscito a sottrarre dai registratori di cassa complessivamente alcune migliaia di euro.
L’articolata indagine condotta dalla Mobile, anche attraverso l’ausilio delle telecamere cittadine nonché di quelle di privati cittadini, ha consentito di incriminare il presunto autore di questi gravi episodi di violenza che avevano destato forte preoccupazione sociale, soprattutto nei cittadini residenti nel centro storico.
Dall’indagine è emerso che il giovane si muoveva per il centro cittadino con diversi mezzi di trasporto (bici, taxi, etc.) e si avvaleva solitamente di tombini posti sulla sede stradale per sfondare le vetrine: in un paio di occasioni il forte rumore provocato ha allarmato i residenti della zona, i quali hanno prontamente chiamato il numero d’emergenza 113.
In seguito all’identificazione il presunto autore di tali gravi episodi si era di fatto reso irreperibile: sino a domenica, quando è stato fermato dalla Polizia.
Attualmente il giovane è ristretto nella Casa circondariale di Verona in attesa di determinazioni da parte della locale Autorità giudiziaria.
(Fonte, foto e video: Questura di Treviso).
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