“Stiamo seguendo tutte le patologie oltre al Covid”: l’analisi di Benazzi su ospedali e situazione sanitaria

In Veneto si continua a seguire anche le altre patologie“: alle autorità sanitarie non sono sfuggite le preoccupazioni o le critiche, espresse specialmente sul web, in merito all’attenzione dedicata a tutte quelle patologie che non hanno nulla a che vedere con il Covid-19.

Una rassicurazione che è giunta anche ieri, venerdì 26 novembre, direttamente dal direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, nel corso di un punto stampa pubblico.

A riprova di ciò, Benazzi ha oggi fornito i dati che confermano quanto affermato, specificando come nel mese di ottobre siano state 119 le persone prima affette da Covid e poi dimesse, mentre ammontavano a 8.196 i pazienti interessati da altre patologie che hanno ricevuto delle cure mediche: cosa analoga nel mese di settembre, con 7.195 pazienti affetti da altre patologie, e nel mese di agosto, quando la questione in tal senso interessava 6.589 persone.

“Il mio è un invito alla pazienza, essendoci il Covid, ma questi dati danno un segnale importante sul fatto che stiamo seguendo tutti quanti”, ha spiegato Francesco Benazzi.

Nel frattempo, pare che stia diminuendo il timore provato dalla gente in questa situazione di precarietà sanitaria e a dirlo è il numero di chiamate ricevute dall’Ulss 2, che da 450 sono poi passate a 300.

Ciò che non si arresta, invece, è il tasso di tamponi effettuati nei vari drive-in distribuiti sul tessuto territoriale dell’Ulss 2: in tutto 241 mila quelli effettuati finora, di cui 5.039 soltanto nella giornata di ieri (tra questi, 1.312 nel coneglianese).

Volumi importanti“, è stato il commento di Benazzi che nel citare gli 83 operatori impegnati in questa attività, ha colto l’occasione per fare un riferimento anche al volume di tamponi effettuati dai medici di base: 282, su un totale di 515, hanno effettuato almeno un tampone, per una percentuale pari al 54,76 percento.

Proprio a infermieri e operatori sociosanitari è stato rivolto un bando aperto, pubblicato lo scorso 11 novembre, per reclutare nuove forze da impiegare nelle strutture per anziani: bando al quale finora hanno risposto una decina di persone.

Personale sanitario in prima linea, con il rischio di poter contrarre il virus: è quanto purtroppo avvenuto a circa 45 lavoratori nel trevigiano, tra medici, infermieri e operatori sociosanitari, ad altri 30 nell’area di Pieve di Soligo e 55 in quella di Asolo.

E proprio Asolo, al momento, sul fronte delle scuole purtroppo spicca per essere “un’area in difficoltà”, come ha commentato lo stesso Benazzi.

La sanità sta tenendo e abbiamo bisogno di fare rete“, è l’analisi complessiva del direttore generale dell’Ulss 2, il quale non ha nascosto come ci si trovi in fascia rossa per quanto riguarda i ricoveri ordinari e dei reparti di semintensiva, mentre la fase è arancione nel caso delle terapie intensive.

Reparti dove serpeggia ancora l’angoscia, l’incertezza tra i malati costretti ad assistere, in alcuni casi, al decesso o al repentino peggioramento dei propri compagni di stanza, o percorsi dall’incredulità di fronte a una situazione di così evidente emergenza che li riguarda: uno scenario emotivo rievocato dalle parole lette dalla dottoressa Lorena Zanin, coordinatrice di area Covid, affidatele da una collega ogni giorno impegnata nella lotta contro questo nemico invisibile.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Ulss2 Marca trevigiana).
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