Sono 90.339 i cittadini stranieri residenti nella Marca Trevigiana, pari al 10,2% del totale della popolazione. Il dato si riferisce al 2017 ed è in leggero calo (-0,6%) rispetto al 2012, principalmente per via del minor numero di stranieri che entrano in Italia e perché sono in aumento le acquisizioni della cittadinanza, passate da 1.552 nel 212 a 7.858 nel 2016, con un incremento del +406,3%.
I dati sono stati rilevati dalla Fondazione Leone Moressa, centro studi di ricerche sull’economia dell’immigrazione nato su iniziativa della Cgia di Mestre.
Il Veneto
Gli immigrati residenti in Veneto ad inizio 2017 sono 485 mila, pari al 9,9% della popolazione. Incidenza nettamente più alta rispetto alla media nazionale (8,3%). Tuttavia, mentre in Italia il numero complessivo aumenta (+0,4%), in Veneto si registra un calo rispetto al 2016 (-2,5%).
Quasi un quarto degli immigrati in Veneto viene dalla Romania (24,6%, quasi 120 mila unità). seguono Marocco (46 mila), Moldavia e Albania (entrambe con circa 35 mila residenti). Tra i paesi dell’Est prevalgono le donne, segno dell’importanza del fenomeno badanti.
Nel 2016 sono 240 mila gli occupati stranieri. Il Valore aggiunto prodotto dagli occupati stranieri ammonta a 13,8 miliardi di euro, pari al 10,1% del totale regionale: un’incidenza più alta rispetto alla media nazionale (8,9%).
Nel 2016 i contribuenti nati all’estero rappresentano l’11% dei contribuenti in regione e hanno versato Irpef netta per 774 milioni di euro. Il differenziale di reddito medio tra nati in Italia e nati all’estero è di 7.940 euro. Negli ultimi 5 anni le imprese straniere in Veneto sono aumentate (+19%), mentre le italiane sono diminuite (-5,2%).
La provincia di Treviso e l’Alta Marca
Per quanto riguarda la provincia di Treviso, il Comune con più residenti provenienti dall’estero in percentuale è Mansuè, con il 19%, mentre San Pietro di Feletto è quello che ne ha meno, il 2,7%. Nell’Alta Marca il primato spetta a Conegliano con il 15,4%, seguito da Vazzola (13,6 %) e Pieve di Soligo (13,6%), mentre in fondo alla classifica, oltre al già citato San Pietro di Feletto, si trovano Refrontolo (4,3%) e Fregona (5,4%).
I dati Comune per Comune: Conegliano (5.393 residenti stranieri – 15,4% percentuale sui residenti),; Vazzola (948 – 13,6%); Pieve di Soligo (1.639 – 13,6%); Moriago della Battaglia (365 – 13%); Susegana (1.535 – 12,9%); Vidor (408 – 10,9%); Farra di Soligo (932 – 10,5%); Santa Lucia di Piave (943 – 10,3%); Godega di Sant’Urbano (601 – 10%); Cison di Valmarino (260 – 9,9%); Miane (322 – 9,7%); Vittorio Veneto (2.735 – 9,7%); Valdobbiadene (995 – 9,6%); Sernaglia della Battaglia (593 – 9,5%); Follina (367 – 9,5%) San Fior (625 – 9%); Segusino (152; 8,1%) San Vendemiano (789 – 7,9%); Cordignano (511 – 7,3%); Sarmede (214 – 7%); Tarzo (304 – 6,9%); Mareno di Piave (637 – 6,6%); Cappella Maggiore (294 – 6,3%); Revine Lago (125 – 5,7%); Colle Umberto (285 – 5,6%); Fregona (161 – 5,4%); Refrontolo (74 – 4,3%); San Pietro di Feletto (143 – 2,7%).
La nazionalità più presenti sono: Romania (22,4%), Marocco (9,7%), Cina (9,3%), Albania (8,5%), Macedonia (6,1%), Kosovo (5,8%), Ucraina (4%), Moldavia (3,7%), Senegal (2,9%), India (2,6%).
La percezione
La ricerca della Fondazione si è concentrata anche su come viene percepita la comunità straniera. Su oltre 500 articoli analizzati, solo il 5% parla di episodi positivi (integrazione, accoglienza, contributo economico) e solo nel 4% si citano dati ufficiali. L’immigrazione è spesso accostata a criminalità, povertà, terrorismo; quasi mai a Pil, lavoro, internazionalizzazione.
Continua ad esserci molta confusione nell’uso dei termini (immigrati, rifugiati, richiedenti asilo). Sui social, i commenti negativi sono numericamente inferiori ma hanno un forte impatto. Quelli negativi aumentano significativamente in occasione di eventi mediaticamente forti.
Accoglienza poco diffusa
In Veneto a fine 2017 sono accolti circa 14 mila richiedenti asilo, circa l’8% del totale nazionale. La criticità del Veneto sta nella carenza di strutture Sprar (che ospitano meno del 5% dei migranti totali), da cui nasce la necessità di ricorrere a centri di grandi dimensioni (Cona, Bagnoli, Oderzo, Treviso). Le grandi concentrazioni sono proprio quelle di più difficile gestione, sia per i servizi offerti ai migranti che per i disagi del territorio.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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