“L’introduzione a macchia di leopardo dell’imposta di soggiorno non ha certo favorito la sua accettazione e ha creato non pochi malumori. Appare incomprensibile una situazione di disparità tra Comuni spesso confinanti: alcuni applicano l’imposta e altri no, oppure, tra questi, a parità di tipologia e classificazione della struttura ricettiva, si pagano cifre nettamente diverse”. Parole di Federico Caner, assessore regionale al turismo, che inducono a riflettere sul perché in Veneto sia così difficile l’applicazione omogenea della tassa di soggiorno. Un’imposta che in Italia è stata istituita il 14 marzo 2011.
Qdpnews.it ha fatto il punto della situazione nei 29 Comuni dell\’Alta Marca Trevigiana. Ad oggi Cison di Valmarino, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Refrontolo, San Pietro di Feletto, Tarzo, Valdobbiadene e Vittorio Veneto fanno già pagare la tassa di soggiorno ai turisti in arrivo, mentre Pieve di Soligo e Segusino la introdurranno durante la prima seduta consiliare del 2018.
Entrando nello specifico, Conegliano, Valdobbiadene e Vittorio Veneto, sedi di uffici Iat (Informazione e accoglienza turistica), avevano già adottato quest’imposta tra il 2014 e il 2015. Gli altri Comuni, invece, hanno preso questa decisione nel dicembre 2017, dopo aver aderito all’Ogd (Organizzazione di gestione della destinazione) “Città d’arte e ville venete del territorio trevigiano”. Come da regolamento dell’Ogd i Comuni soci verseranno il 25 per cento degli introiti annuali della tassa di soggiorno per il funzionamento di questa nuova istituzione, che dovrebbero coprire in parte anche i costi degli Iat di competenza, mentre il rimanente 75 per cento sarà investito per organizzare le più varie iniziative dedicate al turismo locale.
Cos’è, precisamente, l’Ogd e di cosa si occupa? È un ente sovracomunale riconosciuto dalla Regione Veneto il 13 luglio 2015, ha una durata rinnovabile di 12 anni ed è nato da un primo atto d’intenti tra la Provincia di Treviso, i Comuni di Conegliano, Mogliano, Preganziol, Treviso e Valdobbiadene, la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Treviso e l’Unascom Confcommercio provinciale. A queste realtà promotrici nel 2017 si sono aggiunti altri Comuni, sino ad arrivare ad un totale di 70 sui 95 della provincia di Treviso (rimane scoperta la zona ad est di Conegliano), oltre a 27 enti pubblici e privati. Tra questi: il Gal Alta Marca Trevigiana, l’Unpli provinciale, i consorzi delle Pro Loco del Valdobbiadenese e del Quartier del Piave, l’Ulss 2, le associazioni provinciali delle guide autorizzate e degli accompagnatori turistici. L’attuale presidente dell’Ogd è Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, e il suo delegato è Roberto Fava, consigliere provinciale a Cultura e Turismo. La cabina di regia, eletta ogni tre anni, è composta dai Comuni di Asolo, Oderzo, Montebelluna, Valdobbiadene e Treviso.
Seppur l’Ogd sia ancora in una fase embrionale, quali progetti saranno attuati? Gli obiettivi previsti dall’atto d’intenti definitivo sono i seguenti: l’amministrazione turistica del territorio, l’organizzazione e l’aggiornamento coordinati delle informazioni sull’offerta turistica, il miglioramento dei servizi e dei prodotti turistici, la pianificazione e lo sviluppo di strategie commerciali volte ad utilizzare al meglio le risorse economiche disponibili, la gestione coordinata dell’accoglienza turistica.
“Da stime del Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia turistica) – ha dichiarato l’assessore comunale e consigliere provinciale Tommaso Razzolini – questo nuovo ente turistico disporrà annualmente di 460 mila e 263 euro, derivanti dagli introiti della tasse di soggiorno e dal contributo dei Comuni che hanno deciso di non introdurre quest’imposta per assenza di strutture ricettive o per il loro numero limitato” (ad esempio Moriago, Sernaglia e Vidor, ndr).
I settanta Comuni che hanno aderito all’Ogd hanno deciso di uniformarsi alle tariffe già esistenti nel Comune di Treviso: negli hotel si pagherà da 1 euro e 20 centesimi (una stella) a 2 euro (cinque stelle) a notte per persona, nelle case vacanza da 1 euro (due leoni) a 1 euro e 20 (quattro leoni), nei campeggi 50 centesimi, negli agriturismi da 1 euro (una spiga) a 1 euro e 20 centesimi (due spighe). Non è ancora stato trovato un accordo sulle tariffe dei B&B. Per esempio, a Valdobbiadene i turisti pagheranno una tassa di soggiorno variabile tra 1 euro (due leoni) ed 1 e 30 centesimi (cinque leoni) a notte per persona.
In realtà, nell’Alta Marca Trevigiana il “modello Ogd” esiste dal 2015, quando un gruppo di assessori al Turismo di Valdobbiadene, Quartier del Piave e Vallata del Soligo insieme al loro Iat di riferimento, quello di Valdobbiadene, intrapresero la strada della collaborazione turistica. “Tre anni fa era stato istituito un tavolo di lavoro – ha dichiarato l’assessore Tommaso Razzolini – al quale avevano aderito i Comuni di Cison di Valmarino, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Valdobbiadene e Vidor. L’obiettivo era creare una rete tra i Comuni afferenti allo Iat di Valdobbiadene per ideare offerte turistiche coordinate e, quindi, introdurre un’uguale tassa di soggiorno”.
Sta di fatto che, poco tempo dopo, con il Patto di stabilità è stato impedito ai Comuni italiani di adottare nuove imposte e, perciò, quest’importante iniziativa turistica è rimasta nel cassetto. Unica eccezione Valdobbiadene, che aveva già introdotto la tassa di soggiorno il 1° luglio 2014.
L’anno scorso il Governo Gentiloni ha fatto “marcia indietro” e, quindi, il progetto con capofila Valdobbiadene è andato a buon fine mediante l’approvazione della nuova tassa nei consigli comunali dello scorso dicembre. Infatti, tranne Cison di Valmarino, tutti gli altri Comuni hanno introdotto la stessa tassa di soggiorno (da 1 a 2 euro per persona a notte fino ad un massimo di cinque pernottamenti consecutivi), sono stati istituiti degli specifici regolamenti comunali che prevedono anche le categorie esentate dal pagamento (in primis minori di 14 anni e disabili). Ciò non bastasse hanno aderito alla rete valdobbiadenese anche Refrontolo e Segusino.
L’assessore Razzolini ha voluto porre l’attenzione sugli ottimi risultati di questi anni riproponendo le parole di Stefan Marchioro, responsabile dei progetti territoriali e di governance del turismo presso la Direzione Turismo della Regione Veneto: “Quanto fatto in questi anni dai Comuni del Valdobbiadenese deve essere il modello di riferimento del nuovo Ogd trevigiano”.
La risposta di Razzolini all’assessore regionale Caner è molto chiara: “Noi, Comuni del Valdobbiadenese, siamo già pronti e preparati e disponiamo di un’organizzazione molto lineare. Ad oggi gli unici Comuni che non possiedono l’imposta di soggiorno o che non intendono introdurla nel breve termine l’hanno fatto solo perché nel loro territorio non ci sono strutture ricettive o, se ne hanno, ce n’è una sola. Perciò hanno ritenuto che l’attivazione di quest’imposta sia, al momento, un costo poco utile per queste strutture”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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