Treviso, attivata la campagna “Posto occupato” nei pronto soccorso dell’Ulss2: un aiuto alle donne vittime di violenza


La campagna “Posto occupato” è il progetto attivato nei pronto soccorso degli ospedali dell’Ulss2, che vuole simboleggiare il sostegno, anche dal punto di vista pratico, alle donne vittime di violenza fisica e psicologica.

L’iniziativa vede il posizionamento di una sedia rossa nei pronto soccorso, dove vengono fornite tutte le tipologie di sostegno e i numeri utili a coloro che stanno vivendo una situazione di violenza, tra cui il numero 1522 relativo al servizio pubblico antiviolenza e stalking.

Come ha spiegato il direttore generale dell’Ulss2 Francesco Benazzi, la pandemia non deve indurre a parlare soltanto di Covid, in quanto continuano a esserci anche altre problematiche nella società: “Quello della violenza sulle donne è un problema che purtroppo esiste e che bisogna affrontare, per poter creare una nuova dimensione culturale“.

“La violenza è infatti una grave forma di discriminazione: è necessario quindi agire, anche nella scuola, per dare un’informazione corretta. – ha proseguito Benazzi – Nel mondo sanitario le donne rappresentano circa il 75 percento e, pertanto, è necessario riconoscerne il ruolo fondamentale anche in quest’ambito”.

Parole confermate anche dalla dottoressa Catia Morellato, dirigente medico del pronto soccorso dell’ospedale di Montebelluna e responsabile del Codice rosa per l’azienda sanitaria, la quale ha riferito come la violenza fisica e psicologica arrivi in misura maggiore dal partner, dai famigliari e dagli amici.

Chi fa violenza non è malato e non si può neppure dire che sia stato colto da un eccesso di gelosia o da troppo amore: avviene per sua volontà e non ci sono scusanti in questo senso”, ha aggiunto, specificando come dal 2019 al 2021 ci sia stato una drastica diminuzione del numero di donne che si rivolgono ai servizi di supporto, a causa anche delle complicazioni portate con sé dalla pandemia. Circa il 44 percento dei femminicidi, infatti, sono avvenuti proprio nei mesi del primo lockdown.

“Anche la violenza sulle donne è una pandemia – ha dichiarato Morellato – perché si manifesta in forme diverse nel mondo: bisogna ricordare come chi subisce violenza abbia una probabilità maggiore di sviluppare delle patologie organiche. ‘Un posto occupato’ è quindi un’iniziativa che vuole ricordare l’esistenza di questo problema e si sviluppa sulla scia dell’iniziativa promossa nel 2013, nella provincia di Messina”.

“L’attenzione deve essere alta verso questo problema”, hanno osservato Benazzi e Morellato, sottolineando come in questi mesi di pandemia siano diminuiti gli accessi ai pronto soccorso, mentre nei centri antiviolenza è emersa la difficoltà nel chiedere aiuto, segno di quanto la situazione attuale abbia aggravato la condizione di chi subisce violenza all’interno delle proprie mura domestiche.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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