Negli ultimi mesi, la sicurezza nella città capoluogo della Marca è diventata un tema centrale di discussione. L’ aumento di episodi di violenza, risse e aggressioni hanno allarmato sia i più piccoli che i più grandi.
La percezione tra i giovani sembra essere cambiata: Treviso ormai si rivela una città in cui molti, indipendentemente dal genere, temono di frequentare da soli determinate zone, soprattutto nelle ore serali.
Per questo, Qdpnews.it ha chiesto ad alcuni ragazzi come vivono il clima cittadino e se per loro questa è ancora una città in cui ci si può sentire al sicuro.
Il punto di vista delle ragazze, soprattutto, evidenzia come frequentare determinati luoghi sia ormai fuori discussione, a differenza di un tempo, quando invece si sentivano più tranquille e protette. Per esempio, Martina racconta: “Io, in quanto ragazza, non mi sono mai sentita sicura ad andare in giro da sola a Treviso, al di là degli ultimi avvenimenti. Ci sono alcune zone che evito se non sono in compagnia, sia durante il weekend che in settimana. Ho sempre considerato Treviso una città abbastanza sicura, anche perché nei principali luoghi di ritrovo è sempre presente la polizia. Tuttavia, gli ultimi episodi mi hanno un po’ spaventata: numerose zone che credevo sicure non si sono rivelate tali”.
Un pensiero condiviso anche da Iris, che ammette di sentire perennemente a rischio la sua incolumità, soprattutto la sera: “A essere sincera, non mi sento particolarmente sicura. In centro, durante la settimana, riesco a muovermi da sola solo se strettamente necessario, mentre nel weekend cerco sempre di trovarmi in compagnia e di evitare determinate zone”.
Ad esprimere i loro punti di vista sono anche alcuni ragazzi, i quali introducono entrambi un nuovo elemento su cui riflettere. Il primo a raccontare come vive questa situazione è Tommaso: “Personalmente non mi sento di dire che Treviso non sia una città sicura in quanto, nonostante gli ultimi avvenimenti, rimane una città con un tasso di criminalità inferiore rispetto ad altre. Tuttavia, è comprensibile che le ultime risse e gli ultimi atti vandalici possano destare grande preoccupazione. Credo però che questi episodi rappresentino un evidente campanello d’allarme per quanto riguarda il disagio giovanile, e per questo penso sia importante indagare sul perché di questi atti per poter poi andare a risolvere il problema alla radice, per cercare di ristabilire un clima di maggior sicurezza e pace nella nostra città“.
A concordare con Tommaso è Riccardo: “Io credo che Treviso, rispetto alla maggior parte delle città (anche di medesima dimensione), possa ancora vantare un discreto livello di sicurezza, ma non sicuramente sufficiente. Però trovo che ciò su cui dovremmo concentrarci maggiormente è capire perché questi atti stiano diventando sempre più frequenti”.
Egli aggiunge: “Io devo ammettere che a Treviso mi sento tendenzialmente tranquillo e credo che spesso attuando delle piccole accortezze – e per accortezze intendo il modo di reagire alle provocazioni, di comportarsi in caso si incroci un gruppo/una persona poco raccomandabile – si possano evitare i problemi. Anche se il fatto che a subire degli atti di violenza siano stati anche dei miei amici, in luoghi che spesso frequentiamo, mi ha un po’ spaventato e mi ha fatto capire che la situazione sta via via sempre più degenerando e che tutta questa violenza è molto più vicina di quanto pensassi anche alla mia realtà.”
Le voci dei ragazzi trevigiani sottolineano che la loro percezione della sicurezza in città è cambiata, ed essa risulta ai loro occhi sempre più insufficiente. Gli ultimi avvenimenti – culminati nella tragica morte di un giovane – hanno aumentato le paure e i timori degli adolescenti, portandoli quindi a prendere scelte diverse per quanto riguarda i luoghi da frequentare, ma al contempo hanno anche scaturito in loro delle profonde riflessioni riguardanti il perché di questa situazione, che dalla loro prospettiva sta sempre più degenerando.
(Autrice: Caterina Mossenta)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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