La mozione pro-vaccini proposta dalla maggioranza leghista è stata approvata a Palazzo dei Trecento con voto all’unanimità del consiglio comunale: la politica del capoluogo di provincia ha dato un netto segnale a favore della scienza e della protezione dal virus.
Centrodestra e centrosinistra sono uniti in un patto anti-Covid. Il primo firmatario della mozione è Roberto Borsato, consigliere comunale della Lega che è stato contagiato dal virus ed è stato ricoverato per cento giorni all’ospedale Ca’ Foncello. È successivamente diventato testimonial dell’Usl 2 nella campagna pro-vax.
Mentre nel Carroccio, soprattutto fuori dal Veneto, le posizioni in merito alla gestione pandemica e al Green pass sono divergenti, Treviso mette nero su bianco una posizione netta.
“La pandemia da Covid-19 ha causato solo in Italia circa 4,4 milioni di contagi e oltre 128 mila decessi – è scritto sulla mozione depositata lo scorso 10 agosto – I consiglieri comunali invitano il sindaco, la giunta ed i consiglieri comunali tutti a promuovere e sensibilizzare attraverso tutti i canali di informazione possibili affinché la popolazione si vaccini e abbia un comportamento responsabile atto a contrastare la pandemia e ad arrivare quanto prima a quelle percentuali di immunità di gregge atte a salvaguardare la popolazione“.
Ieri, in occasione del voto, ai Trecento è arrivato anche il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi che ha illustrato i dati più recenti su ricoveri (in calo, sono 50 in provincia) e vaccini (il 75% della popolazione over 12 è protetto dal Covid).
Nel rispondere alle domande dei consiglieri, Benazzi ha spiegato che la terza dose di vaccino è in partenza fin da subito nelle case di riposo per mettere al sicuro i più anziani e fragili; successivamente sarà estesa ai sanitari over 60 e ai cittadini con più di 80 anni, con la collaborazione dei medici di base.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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