Treviso, difficoltà nel settore vitivinicolo. Lo spostamento di Vinitaly al 2021 tra le richieste dei produttori

La chiusura di alberghi e ristoranti, oltre all’appello alla popolazione di restare in casa, ha prodotto una sensibile contrazione nel settore del commercio vitivinicolo.

A renderlo noto è Confagricoltura Treviso, ente che si è fatto portavoce di quelle che sono le richieste degli operatori del settore in questo periodo di emergenza, durante il quale il vino viene ritenuto un bene non di necessità primaria e dove il mercato estero “risponde con diffidenza al prodotto italiano, annullando ordini e bloccando la merce”.

A tutto ciò, inoltre, si somma il rischio di un “eccesso di giacenza a ridosso della prossima campagna vendemmiale”.

Per questo, scrivono i produttori, lo slittamento del Vinitaly, un appuntamento tradizionalmente fissato al mese di aprile, vedrà una partecipazione in misura minore degli acquirenti rispetto alla scorsa annata, impedendo così agli operatori di rientrare delle spese sostenute: l’alternativa proposta è quella di spostare l’evento direttamente al 2021, “conservando le attuali prenotazioni e gli accordi finanziari con gli espositori dell’edizione 2020”.

Le richieste avanzate, inoltre, comprendono un piano finalizzato a un’azione di marketing internazionale per la tutela e la promozione agroalimentare italiana e il prolungamento dei periodi utili per il pagamento dei mutui e delle rate, oltre alla proroga di oltre 180 giorni dei termini inerenti le operazioni di anticipo commerciale.

L’annullamento di eventi fieristici porta il settore a chiedere l’erogazione di contributi a fondo perduto per le spese sostenute per la loro partecipazione, mentre la cassa integrazione, anche in deroga, pare una soluzione idonea per gli operai agricoli e tutto il personale con contratto a tempo determinato con più di 100 giornate.

In aggiunta, la lista di richieste prende in considerazione la proroga di un anno del termine ultimo di utilizzo delle autorizzazioni al reimpianto in scadenza nel 2020, mentre per l’export vitivinicolo nazionale viene sottolineata la necessità di un piano di comunicazione, che veda il coinvolgimento di testimonial e “ambasciatori” impegnati in un lavoro di promozione internazionale.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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