Treviso settima provincia in Italia per tasso di occupazione: +2,3%. La Marca al primo posto a livello regionale

L’occupazione della Marca Trevigiana ha retto bene all’urto della pandemia. Treviso ha la migliore performance in Veneto ed è settima a livello nazionale. Ma il prolungamento della guerra in Ucraina e l’amplificazione della crisi energetica potrebbero mettere a rischio il mercato del lavoro.

“Siamo preoccupati per le attese sull’occupazione da parte delle imprese -, fa sapere Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – Il peggioramento è diffuso e più marcato nella manifattura e nei servizi di mercato, meno nelle costruzioni, mentre, in controtendenza, si registra un aumento delle aspettative sul numero degli occupati nel commercio al dettaglio”.

“Purtroppo, le prospettive mettono a rischio lo sforzo fatto dalle imprese per superare lo choc della pandemia” sottolinea il presidente Bernardi.

La “resilienza” dell’economia trevigiana è confermata dai dati elaborati dall’ufficio studi dell’Associazione sull’andamento occupazionale tra 2019 e 2021 nella fascia d’età tra i 15 e i 64 anni. Alla fine dell’anno scorso Treviso vantava 391.000 occupati, l’1,7% del totale degli occupati in Italia, dato che colloca la provincia al 10° posto, preceduta solo dalle grandi città e, a livello veneto, al pari con Vicenza e Padova e di poco sotto a Verona (1,8%). Il tasso di occupazione femminile nella Marca Trevigiana è di poco sopra la media nazionale, 43,3% contro 42,2.

La forza dell’economia provinciale è confermata analizzando la variazione 2019-2021 del tasso di occupazione: Treviso è settima in Italia, con un incremento degli occupati del 2,3%, contro una contrazione media nazionale del -0,8%, A livello Veneto, la Marca trevigiana è stata la migliore, l’unica provincia con segno positivo.

La migliore performance si è registrata nell’occupazione femminile, che nel biennio a Treviso è aumentata del 2,9%, ponendo la provincia al 9° posto in Italia, mentre quella maschile ha avuto un incremento più contenuto dell’1,6%.

Il tasso di disoccupazione, nel biennio della pandemia, a Treviso si è ridotto del 2,1%.
A Treviso, nel biennio, è diminuito anche il tasso di inattività: meno 0,9%. Tutte le altre province veneto hanno, invece, visto aumentare gli inattivi.

“Le MPI fino a 49 dipendenti danno il contributo maggiore alla domanda di lavoro – fa notare il presidente Oscar Bernardi – A fronte di una quota del 65,2% delle entrate, generano il 77,8% dell’aumento assoluto in un anno e risultano più dinamiche nel primo trimestre 2022, con un più 44,4% a fronte di + 32,4% delle restanti imprese con 50 dipendenti e oltre”.

I dati positivi dell’economia della Marca Trevigiana, tuttavia, non mettono al riparo le imprese dalle tensioni internazionali: “Nell’economia trevigiana pesano e preoccupano l’incertezza sulla durata e l’evoluzione del confitto – mette in guardia il presidente Bernardi – unita allo schizzare dei costi dell’energia che trascina al rialzo l’inflazione, con pesanti ricadute anche sul potere di acquisto dei dipendenti oltre che delle imprese”.

Tra i fattori di rallentamento dell’economia, in particolare nella manifattura, sale al 6,1% la quota di imprese la cui produzione eÌ ostacolata dalla scarsità di manodopera, dato mai cosiÌ alto dal 2014 come eÌ a livello massimo la quota di imprese che segnala di riscontrare ostacoli nella produzione (46,5%).

Oltre alla scarsità di manodopera, a pesare è l’insufficienza della domanda, indicata dal 12,9% delle imprese manifatturiere, la carenza di impianti e materiali (17,4%), i vincoli finanziari (1,4%) e altri motivi (19,1%).

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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