Troppe iniquità e situazioni sociali insostenibili, a partire da numerosi casi di aumenti dei canoni di affitto di oltre il 300%, fino a 600 euro, a carico di pensionati il cui assegno mensile non supera i mille euro.
È quanto emerso nel corso delle tre partecipate assemblee sulla legge regionale sull’edilizia pubblica residenziale organizzate dal Sindacato degli inquilini Sicet e dalla Cisl Belluno Treviso la scorsa settimana a Conegliano, Treviso e Montebelluna.
La richiesta avanzata dalle centinaia di inquilini che hanno partecipato è una sola: cambiare la riforma voluta dalla Regione Veneto che ha modificato criteri e valutazioni su assegnazioni, decadenza e canoni.
Nel mirino degli inquilini, il metodo di calcolo dei nuovi canoni, complesso e molto spesso incomprensibile anche agli addetti ai lavori. È noto solo che il riferimento è l’Isee depurato delle detrazioni dei canoni stessi, elemento che secondo il Sindacato degli inquilini della Cisl “crea disparità sociali in quanto per altri sussidi, sempre definiti grazie all’Isee, i canoni sostenuti dai cittadini vengono decurtati dalla situazione economica individuale”.
Dalle assemblee è emerso che molte abitazioni popolari, considerate dall’Ater in buono stato, sono sprovviste di riscaldamento o di minimi sistemi di isolamento, sono senza ascensore e in alcuni casi transennate per il pericolo di caduta di cornicioni.
“Quelle che però rappresentano una vera emergenza sociale rispetto alla quale pretendiamo risposte dai soggetti deputati – dichiara il Segretario Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini – sono le persone anziane, soprattutto quelle sole, spesso al limite della soglia di povertà, che, per effetto della riforma voluta dalla Regione, devono far fronte ad affitti insostenibili e che, se non cambiano le cose, dovranno necessariamente utilizzare i piccoli risparmi di una vita”.
La Cisl e il sindacato degli inquilini chiedono allora l’innalzamento del limite Isee oltre il quale è fissata la decadenza al diritto dell’alloggio, fissato dalla riforma a 20.000 euro, la riduzione delle percentuali di aumento dei nuovi canoni e in ogni caso la definizione di una gradualità nell’applicazione degli aumenti, la proposta di soluzioni abitative più piccole per le persone sole, naturalmente con il consenso degli interessati e la definizione del canone all’interno del 25% del reddito familiare netto (il cosiddetto canone canone sostenibile).
Cisl e Sicet chiedono inoltre all’Ater e alla Regione di rassicurare al più presto tutti coloro, in particolare gli anziani, che stanno vivendo con preoccupazione questo periodo e che, ove esistano casi di inquilini con elevati patrimoni, venga prevista la decadenza, così come per chi non ha volontariamente presentato in questi anni la dichiarazione Isee.
(Fonte e foto: Cisl Sicet Sindacato Inquilini).
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