“Candidati a sindaco e forze politiche hanno scelto i loro programmi elettorali da presentare ai cittadini e non spetta certo al sindacato dettare l’agenda. Quello che però non possiamo non rilevare sono i grandi assenti tra i temi della campagna elettorale: servizi e personale. Se nel 2004 i dipendenti dei Comuni in provincia di Treviso erano 4.225, poco più di un decennio dopo, nel 2016, sono passati a 3.619, 606 unità lavorative in meno, 606 posti di lavoro persi (173 solo nell’ultimo triennio considerato)”, commenta Ivan Bernini (nella foto), segretario di Funzione pubblica Cgil Treviso.
“I servizi rivolti ai trevigiani che i futuri primi cittadini dovranno gestire e organizzare funzionano solo c’è un organico sufficiente a far camminare la macchina amministrativa”, rimarca Bernini.
È il conto annuale del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del 2016 che conferma questi dati preoccupanti rispetto ai mancati investimenti in materia di personale nei 95 Comuni della Marca, in particolare se rapportati alla popolazione, che nello stesso lasso temporale cresce di 60.426 residenti, passando da 825.536 a 885.962 abitanti.
“Ragionare e investire sulla capacità di offrire servizi pubblici a una comunità che cresce non è dunque una banalità, bensì un elemento fondamentale per le amministrazioni comunali – sottolinea fortemente Ivan Bernini -. È ben comprensibile quanto tale incremento porti con sé una maggior richiesta di servizi, da quelli ordinari e tipici di un ente locale a quelli straordinari e nuovi legati al welfare e alle nuove tecnologie. Serve personale con l’inserimento di nuove professionalità in grado di far fronte a quella domanda”.
“Nei 95 Comuni della Marca sono solo dodici gli enti nei quali è rimasto invariato il numero dei dipendenti – spiega Bernini – o si è registrato un lievissimo incremento, al massimo tre dipendenti in più. Considerando il rapporto medio dipendenti/popolazione stabilito da decreti ministeriali, non c’è un municipio della nostra Provincia che si avvicini ai livelli ottimali: tutti sotto la soglia minima. Solo nel Comune capoluogo, dal 2004 al 2016 la popolazione è cresciuta di 2.434 abitanti mentre il personale è calato di 97 unità, con un rapporto di un dipendente ogni 160 residenti rispetto a uno a 117 stabilito dalla normativa del ministero”.
“Chiaramente – puntualizza il segretario Fp Cgil – le politiche occupazionali e i limiti alla spesa imposti alle casse comunali, dipesi dalle scelte attuate a livello statale nel corso di questi lunghi 12 anni nel segno dell’austerità e della riduzione della spesa pubblica, hanno influenzato non poco questo drammatico trend”.
“Coloro che oggi hanno l’ambizione di amministrare le nostre comunità locali, e che anche in queste ore si impegnano nei confronti dei cittadini a migliorare la loro qualità della vita per il futuro, dovrebbero avere maggior attenzione verso i temi dei servizi e delle persone che li fanno funzionare – conclude Bernini -. Perché si può anche impegnarsi a dare più sicurezza, più sociale, più welfare locale ma poi quelle promesse rischiano di rimanere nell’aria se non si investe nel lavoro, se non si fa massa critica per ottenere più risorse, se non si attuano sinergie per riorganizzare i servizi nell’ottica di rispondere al meglio alle domande di una comunità crescente”.
(Fonte: Cgil Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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