Treviso, il vescovo Tomasi ribadisce la fiducia nella scienza: “I vaccini ci permettono di vivere con prudenza mantenendo i rapporti con le persone”

Il vescovo di Treviso Michele Tomasi, nel consueto appuntamento pre-natalizio, ha voluto ribadire con forza la fiducia nella scienza e nella campagna vaccinale. È un tema fondamentale per la ripresa e il rilancio del territorio (nazionale e provinciale) e monsignor Tomasi è intervenuto a sostegno degli operatori sanitari, della comunicazione e delle forze dell’ordine, affermando di credere nel rispetto delle regole e nella responsabilità di ognuno.

Sarà un secondo Natale difficile, nel segno delle restrizioni e con l’attenzione puntata sul contenimento della diffusione del virus.

“Un anno fa, proprio pochi giorni dopo Natale, è iniziata la campagna vaccinale. E questa è stata una buona notizia: i vaccini ci permettono di vivere con prudenza ma mantenendo i rapporti con le persone. Ci aspettano ancora tante prove, non è una vita senza pensieri, ma le comunità possono ritrovarsi nel rispetto delle regole”.

Le tensioni sociali sono l’elemento più preoccupante: “Ritengo sia importante non esacerbare e non aumentare i conflitti a cui oggi stiamo assistendo. Il conflitto non porta a nessun risultato. La concordia sociale non elimina il dibattito democratico, non prevede l’eliminazione dell’avversario. Servono calma, pazienza e riflessione. Non vanno raccolte le provocazioni, ma nessun atto di violenza o discriminazione può essere giustificato. Non possono essere accettati gli attacchi, o persone che indicano l’indirizzo delle istituzioni invitando altri a proseguire la protesta sotto le abitazioni di chi ha altre idee (il riferimento è al governatore Luca Zaia, nel mirino di gruppi no vax, ndr). Ci sono persone che hanno paura, a loro non si può semplicemente chiedere di non avere paura. Vanno accompagnati, accolti, devono ricevere risposte da chi è competente. Non dobbiamo sovrastimare l’ideologia, la maggioranza delle persone si impegnano e si affidano a medici e professionisti che possono aiutare a gestire questo momento difficile. Io mi fido di loro”.

Fede e scienza, in questo momento, vanno di pari passo: “Come diceva Papa Giovanni Paolo II, che non aveva vissuto questa epidemia, “Scienza e Fede sono due ali per la verità”. Assieme, non separatamente. Dobbiamo dare messaggi chiari, diffondere notizie serie e vere, non affidandoci alle bolle sociali“. Sulle vaccinazioni, chiede a tutti i fedeli della diocesi di “avere fiducia dei medici, delle autorità, di chi si impegna ogni giorno contro l’epidemia; non ci sono interessi oscuri, lavorano per il bene di tutti noi”.

Punta molto sulla comunicazione, monsignor Tomasi, e sul dialogo instaurato per il bene pubblico: “Anche la chiesa è un’agenzia comunicativa, porta la Buona Novella. Le nostre parrocchie sono luoghi in cui la comunità si confronta, Treviso e la nostra Diocesi hanno dimostrato di saper reagire”.

È diventato vescovo a Treviso nell’ottobre 2019, ha avuto pochi mesi di “normalità” prima delle restrizioni pandemiche.

“Venire qui è un regalo immeritato di cui sto ancora godendo, sono molto felice di essere a Treviso – ha detto monsignor Tomasi -. Una bella realtà, viva, dinamica, con una Chiesa ben strutturata e molto partecipata. È una terra molto integrata e concreta, che affronta le questioni per risolverle. Una terra intelligente, nel senso pratico della gestione delle vicende quotidiane. Un posto dove la qualità della vita è elevata per molte persone, in cui ci sono molte attività imprenditoriali sane. Ed è una terra accogliente, che non ha paura del mondo, con un grande potenzialità di crescita. L’augurio per il futuro è che possa fare ancora di più squadra, per realizzare più bene di quanto ce ne sia ora”.

Un pensiero il presule l’ha voluto dedicare a chi è solo, a chi è ospite nelle Rsa, a chi vive l’isolamento: “Sono rimasto bloccato, a causa di un infortunio, per tre mesi. Ho pensato a quante persone vivono così, che si sentono o vivono sole. È la cosa più difficile. È a loro che dobbiamo dedicarci“. Infine l’augurio alla comunità trevigiana: “Buon Natale, perché sia il più sereno possibile, nel rispetto delle regole ma ritrovando una parte della nostra socialità, che l’anno scorso in mancanza dei vaccini ci è stata preclusa. Il Natale ci chiede di prenderci cura degli altri”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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