Treviso, mobilitazione di circa 50mila tute blu in sostegno agli scioperanti di Milano: un pullman anche da Electrolux

É indetto da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, lo sciopero di otto ore di protesta e manifestazioni di domani venerdì 14 giugno, a Milano. I sindacati chiedono a Governo e imprese di ascoltare le richieste dei lavoratori e si stima che sul territorio trevigiano la mobilitazione coinvolgerà circa 50mila tute blu, che incroceranno le braccia insieme ai colleghi milanesi e alle aziende di tutta Italia. Dal piazzale dell’Electrolux di Susegana, alle ore 6 del mattino partirà un autobus per Milano, dove è atteso Maurizio Landini, ex segretario generale di Fiom e per il comizio finale.

Era da oltre 10 anni che non avveniva uno sciopero generale con manifestazioni di metalmeccanici organizzato per rivendicare cambiamenti rispetto alle politiche industriali, al salario e ai diritti.

“Occorrono scelte e cambiamenti: le sigle metalmeccaniche sottolineano come le trasformazioni che stanno investendo il mondo delle imprese metalmeccaniche, e più in generale il sistema della manifattura, impongano scelte che devono essere in grado di rispondere alla necessità di crescita dei settori strategici attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati, il sostegno all’occupazione, ai salari e alla domanda interna e investimenti strategici di lungo periodo in formazione e nuove tecnologie”.

Per Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil l’orientamento e alcune scelte del Governo rischiano, in una situazione di recessione come quella che si sta profilando, di accentuare una condizione economica e sociale già critica. I metalmeccanici ricordano alcuni dati: produzione industriale in ribasso del 5,5%, si tratta della diminuzione tendenziale più forte dal 2012. Nello specifico, quella manifatturiera registra un risultato negativo pari a -2,4%, la metallurgia -2,3%, l’elettrodomestico -5,1%, i macchinari e le attrezzature -2,2% e l’elettronica -2,2%. Il settore auto ha registrato un calo del 19,4% su base annua. E anche nella Marca l’incertezza nella politica e la mancanza di investimenti in ricerca, tecnologia e infrastrutture contribuiscono a tirare il freno a quello che sembrava essere un nuovo rilancio post crisi.

Per le sigle sindacali “è necessaria una redistribuzione della ricchezza anche attraverso politiche salariali e fiscali mirate ad alleggerire la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e una esigibilità della contrattazione in fabbrica. L’Esecutivo – chiedono i sindacati – deve adottare politiche mirate a contrastare delocalizzazioni e le chiusure, a sostenendo l’attrattività degli investimenti industriali. È necessario investire per creare occupazione per i giovani, attraverso il consolidamento di alcuni settori in cui siamo leadership e incentivi per l’ecosostenibilità del nostro sistema industriale. Un investimento – continuano Fiom, Fim e Uil trevigiane – che non può prescindere dall’affrontare seriamente la questione della sicurezza sul lavoro”.

E anche sul fronte della previdenza le sigle metalmeccaniche ribadiscono la propria insoddisfazione chiedendo un sistema previdenziale “più equo, più flessibile e più solidale in cui l’età pensionabile tenga conto del lavoro che realmente si è svolto, con particolare attenzione alle mansioni usuranti”.

(Fonte: segreterie territoriali Fiom Fim Uilm).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati