Treviso, sulla Brexit Confartigiano tranquillizza: “Ad ora non ci sono stati i temuti effetti negativi”, trend in crescita

La Brexit come influirà sulle imprese artigiane della Marca? Vendemiano Sartor, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, tranquillizza tutti: “Nei primi nove mesi del 2019 – afferma – il Regno Unito si è confermato una delle mete in cui si è mantenuta alta la richiesta di beni made in Treviso con un più 4,8 per cento. Elevata la preoccupazione per le conseguenze sulle imprese derivanti dalla rinuncia del mercato unico e dell’unione doganale”.

Il made in Veneto verso il Regno Unito vale 3,7 miliardi negli ultimi dodici mesi (il 15,3% dei 24,9 miliardi del totale Italia) e risulta in salita del 5,4% rispetto ai dodici mesi precedenti, il ritmo più accentuato degli ultimi quattro anni. Si tratta del terzo valore più alto in valore assoluto dietro a Lombardia (5,2 miliardi) ed Emilia-Romagna (4,5 miliardi), in termini percentuali pesano il 15,3% di tutto l’export Italiano d’oltre Manica.

Merita allora sottolineare che, al momento, i temuti effetti negativi della Brexit non ci sono stati – osserva il presidente Vendemiano Sartor – e che il Regno Unito è una delle mete in cui si è mantenuta alta, nei primi nove mesi del 2019, la richiesta di beni trevigiani”.

“Ovviamente – continua Sartor – dobbiamo essere pronti a considerare che le imprese che commercializzano con il Regno Unito dovranno far fronte a una serie di problemi, al di là degli esiti del negoziato in partenza a febbraio. Alla mezzanotte di oggi, venerdì 31 gennaio, il Regno Unito sarà formalmente fuori dall’Unione Europea. Scatterà al contempo un periodo di transizione, che durerà fino al 31 dicembre 2020, in cui sebbene uscito, il Regno Unito sarà ancora soggetto alle normative legate al mercato unico e quindi rimane del tempo per valutare azioni e contromisure.”

Ciò che ci allarma – precisa Sartor – sono le conseguenze derivanti dalla rinuncia al mercato unico e all’unione doganale. Ad oggi la principale incertezza è legata all’andamento dei negoziati dai quali non si può escludere che rispuntino i dazi sui prodotti scambiati tra Ue e Regno Unito. In particolare il settore più a rischio per le medie e piccole imprese potrebbe essere quello alimentare. Per loro le complicazioni dei costi si sommano a quelle sulle tempistiche (totalmente ignote) di sdoganamento della merce che potrebbero scontrarsi con la data di scadenza di molti prodotti”.

(Fonte: Confartigianato Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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