L’intuizione di Fra’ Giocondo e la “lavanderia di Venezia”: Treviso, una storia dalle mille curiosità

C’è ancora molto da conoscere sulla città di Treviso, un luogo poliedrico, che racchiude storie e particolari legati a una vicenda antropologica variegata, testimone di quelli che furono gli usi e i costumi mutati nel tempo.

Laura Pasin racconta le curiosità sulla città di Treviso

A evidenziare la varietà degli elementi storico-artistici riconoscibili in città, guidando il pubblico in un vero e proprio itinerario storico-urbano, è stata Laura Pasin, guida turistica di professione e protagonista dell’incontro “Treviso romana… Treviso veneziana”, organizzato dal Centro Coneglianese di Storia e Archeologia (realtà presieduta da Silvano Armellin), nell’ambito della rassegna “Perle di Archeologia”.

L’incontro si è tenuto giovedì, all’ex Convento di San Francesco a Conegliano, con il patrocinio del Comune, del Lions Club di Conegliano e dell’Associazione Nazionale Archeologi (ANA).

Tra le curiosità citate c’è ad esempio quella riguardante la statua di San Liberale, protettore di Treviso, collocata sotto la Loggia del Palazzo dei Trecento: se erroneamente poteva in passato essere identificata come una statua d’epoca romana, così in realtà non fu.

Da ricordare poi i mosaici rinvenuti nei vari angoli cittadini o le antiche edicole. Senza contare la particolarità dell’immagine di una danzatrice legata al culto di Dioniso, ritrovata e quindi applicata su un muro.

Come ha raccontato Laura Pasin, la vicenda di Treviso è strettamente legata alla presenza dei fiumi Sile e Botteniga, entrambi testimoni dei cambiamenti sociali nel tempo.

Il Sile, in particolare, era la principale via di comunicazione e di collegamento con Venezia, il percorso dove era possibile trasportare cose, persone e saperi.

Allo stesso tempo, però, divenne strumento di difesa, grazie alla costruzione delle mura di Fra’ Giocondo, provviste di sistemi che, in caso di necessità durante i conflitti bellici, avrebbero consentito l’allagamento del territorio esterno alle mura stesse e impedito l’accesso in città del nemico.

Entrambi i fiumi divennero protagonisti dello sviluppo socioeconomico della città, caratterizzata dalla nascita di attività legate al mondo della ceramica ma, al contempo, rendendo Treviso anche la cosiddetta lavanderia di Venezia, non essendoci in laguna abbastanza acqua dolce per lavare i panni.

Rinvenimenti cristologici e romani contribuiscono a far comprendere la centralità che la città ebbe fin dall’epoca antica.

Senza scordare, poi, che fu un luogo che attrasse profili di rilievo come Dante (insieme al figlio) e Petrarca (con la figlia).

Questo perché fu una città ricca e colta, scelta per il primo tentativo di creare una lingua sovranazionale.

Del resto, proprio Treviso venne citata anche nella Divina Commedia in cui Dante, per indicarla all’interno del nono Canto del Paradiso, scrive che è “ove Sile e Cagnan s’accompagna”.

Parole “simbolo di una città che delle sue acque ha fatto la propria ricchezza e la sua cultura”, come ha affermato Laura Pasin. 

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Arianna Ceschin)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)

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