Anche il 2019 è stato un anno molto intenso per i distaccamenti provinciali dei Vigili del Fuoco. La loro presenza sul territorio è importante: tra Treviso, Vittorio Veneto, Montebelluna e Conegliano, oltre agli interventi emergenziali creano e sostengono infatti manifestazioni e iniziative associazionistiche di successo.
Ma è sul fronte operativo che i vigili del fuoco trevigiani si distinguono come è stato sottolineato oggi in occasione della festa della patrona Santa Barbara, che sarà festeggiata domani, alla quale ha partecipato anche il sindaco di Treviso Mario Conte, nella quale è stato stilato un bilancio del 2019 ancora parziale ma già molto indicativo.
Con 59 automezzi operativi, con un’età media di 14 anni ma tutti perfettamente conservati, alle dipendenze del comando provinciale ci sono 353 uomini più 86 volontari.
Inoltre un dirigente, 12 unità antincendi boschivi e 22 amministrativi. Sono riusciti in questi primi undici mesi dell’anno a fare fronte a ben 5.928 interventi, una media di circa 16 al giorno.
Tra questi circa 1.160 incendi di cui 15 disastrosi per i danni strutturali, e 142 fughe di gas. Segnalati inoltre 1.020 interventi per aperture di porte, 773 interventi per il maltempo, 740 per incidenti stradali, 602 per soccorso persone, 130 per inquinamento e 113 per danni statici.
È stato messo in rilievo il tempo di intervento ben sotto la media nazionale che è 20 minuti: a Treviso il tempo medio di intervento è di 15.7 minuti tra l’uscita dalla sede e arrivo sul posto. Mentre la durata media degli interventi è di un’ora circa.
Il comandante provinciale ingegner Giuseppe Lomoro ha indicato nella prevenzione il presupposto principale perché non avvengano incidenti: impedire cioè che le problematiche possano avverarsi creando ad esempio strutture più sicure.
“Su Treviso le aziende sono attente a questi aspetti – ha detto Lomoro – . E noi agiamo come organismo di informazione, di controllo e di verifica, la nostra attività è quella”.
“Ad esempio – ha aggiunto – in caso di sisma in Italia, il nostro personale è pronto per la delocalizzazione sul territorio. Siamo il riferimento di tanti comandi anche in Veneto. Ma abbiamo bisogno di forze giovani perché abbiamo in tanti un’età pensionabile. Una carenza a breve che è stata parzialmente curata con i volontari o a servizio discontinuo. I numeri sono ancora accettabili”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
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