Ulss 2, mancano 15 medici di famiglia e in vista ci sono 11 pensionamenti. L’anno si chiude con 20mila prestazioni arretrate, l’azienda: “Risposte entro marzo”

Le carenze di medici di base si sentono in tutta la provincia. È un problema datato, non dovuto semplicemente alle criticità dettate dalla pandemia. I medici di famiglia spesso sono anziani, vanno in pensione o scelgono altri incarichi per concludere la carriera.

Attualmente ne mancano 15 nella Marca, ma l’anno prossimo ci saranno sicuramente 11 pensionamenti e altri potrebbero arrivare. Il tema si fa preoccupante.

Il fabbisogno teorico è di 508, ce ne sono 493 – spiega il direttore sanitario dell’Ulss 2 Stefano Formentini – Quest’anno, a fronte di 68 cessazioni, abbiamo assegnato 46 nuovi incarichi, dei quali 24 a studenti in specializzazione. Il 10% dei medici di base ha accettato, volontariamente, di alzare il numero dei propri assistiti a 1.800 per garantire il servizio a chi era rimasto senza medico. Ma il 10% è sotto i 1.500 assistiti”.

L’azienda sanitaria, per trovare una soluzione alla carenza di professionisti sul territorio, ha presentato due proposte alla Regione: “Alzare il massimale agli specializzandi, perché possano gestire almeno mille pazienti riducendo le carenze – continua Formentini – E superare la deroga dei 1.800 assistiti per chi ne faccia richiesta in modo stabile. Abbiamo già derogato alla possibilità di avere un medico di base di un Comune vicino. Spingeremo molto per le forme associative degli studi medici, con dotazione di infermieri e segreteria per distribuire i carichi di lavoro”.

Mancano anche una cinquantina di guardie mediche: l’organico dovrebbe essere di 136 medici, ne sono operativi 88. Non emergono criticità invece sul fronte dei pediatri.

La difficoltà nel reperire personale riguarda anche gli ospedali che, oltre alla gestione dei reparti ordinari, sono impegnati nelle attività direttamente collegate al Covid. Inoltre, 600 dipendenti dell’Ulss 2 sono dislocati temporaneamente nei centri tamponi e nei centri vaccinali, e di conseguenza vengono a mancare durante l’attività ordinaria e soprattutto nel recupero delle attività sospese o dilatate per dirottare i sanitari sull’emergenza.

L’Ulss 2 chiuderà il 2021 con 20 mila prestazioni (non urgenti) arretrate: sono più del doppio di quelle con cui chiuse il 2020, primo anno di pandemia. L’azienda prevede di dare le risposte a tutti coloro che sono in lista d’attesa entro marzo 2022.

Le aree più critiche sono radiologia, dermatologia, gastroenterologia, pneumologia (impegno dei professionisti nell’emergenza Covid), oculistica e cardiologia.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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