Ad un anno di distanza dalla presentazione del progetto sono terminati i lavori di restauro alla Cappella della Riconciliazione all’interno della Chiesa di San Francesco. La Penitenzieria, inaugurata stamani, sabato, riapre a fedeli e visitatori in una veste completamente rinnovata e priva di barriere architettoniche.
Una struttura lignea dal design moderno ha preso il posto dei tre vecchi confessionali in noce valorizzando così i diversi spazi della cappella e la sua funzione di luogo vocato al silenzio e alla riflessione.
Un pannello in legno di cirmolo, realizzato dall’artista Flavio Senoner, dotato di un’elegante croce di rovere retroilluminata, separa la cappella dall’aula monumentale e invita il fedele ad entrare.
Il progetto, curato dall’architetto Michele Sbrissa di 593 Studio di Castelfranco Veneto – realtà nota per aver coordinato la Peregrinatio Corporis di Pio X in Veneto – in collaborazione con Flavio Senoner e La Nova arredi sacri di Badoere, includeva anche il restauro conservativo dei paramenti murari e degli affreschi delle cappelle laterali e la ricollocazione del lacerto di affresco seicentesco “Madonna con Bambino” prima posizionato sul pilastro destro dell’arcone che dà accesso alla prima cappella della Penitenzieria.
“La riqualificazione dell’area penitenziale consentirà di fruire a pieno di un luogo adatto all’ascolto, enfatizzando l’aspetto positivo del sacramento” ha sottolineato Don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Arte Sacra.
Come spiegato poi dallo stesso architetto Sbrissa: “Abbiamo cercato un dialogo tra architettura ed il nuovo spirito con cui la Chiesa interpreta il sacramento della Riconciliazione, concepita ormai non più come momento di penitenza, ma come occasione di accostamento fraterno alla condivisione e al perdono, esperienza di rinascita per lo Spirito e la vita di coloro che vi si avvicinano”.
“Quest’opera è frutto di un grande lavoro di squadra, che ha dato la possibilità di implementare l’accessibilità e la fruibilità di un luogo a cui tutti noi siamo legati per il suo valore storico, architettonico e spirituale – ha commentato il sindaco di Treviso Mario Conte – Importanti sono stati anche i lavori di conservazione degli affreschi, che grazie a questo intervento possono tornare agli antichi splendori”.
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