Un tuffo nella cucina “di una volta” ma non solo: il piatto principale dell’Alta Marca trevigiana sono i “radici e fasioi”

I radici e fasioi sono il piatto principe della cucina tradizionale povera dell’Alta Marca Trevigana.

Le sue origini non sono tipiche del nostro territorio, ma visti i prodotti accessibili a tutti nella nostra zona si sono fin da subito radicalizzati nella cultura degli abitanti del Quartier del Piave e non solo.

Il radicchio era un alimento presente in tutte le case che avevano un orto, venivano raccolti settimanalmente e consumati in tempi brevi per evitare che si rovinassero o che i “fae el pel” come era usanza dire una volta.

I fagioli erano invece l’unico apporto proteico che avevano le famiglie meno abbienti che non potevano permettersi di consumare carne in maniera regolare, venivano raccolti nel periodo tra luglio e ottobre e conservati essiccandoli nelle stalle o nel sottotetto.

Prima della cottura che avveniva facendoli bollire per circa 1 ora a fuoco lento sopra la stufa a legna con abbondante acqua, venivano messi a bagno dalle 16 del giorno prima in modo che riassorbissero tutti i liquidi persi durante il periodo di essicazione.

La preparazione del piatto era un vero e proprio rito, i radicchi venivano strappati con le mani e conditi, in assenza di olio che era un condimento riservato principalmente alle famiglie pù ricche, con il lardo che veniva conservato per tutto l’anno dopo lamacellazione del maiale (vedi articolo) e fatto sciogliere in pentola con l’aggiunta di un po’ di aceto.

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Durante la cena ogni commensale procedeva a distribuire il condimento di lardo nella propria “supìera”, passava poi alla terrina con i fagioli che venivano versati sopra al radicchio con un “cazot” e la quantità è a piacere.

Le origini di questo legume si pensa che provengano dall’America, portate in Europa da Cristoforo Colombo e che grazie al segretario del papa che aveva origine da Lamon ben presto si radicalizzarono nel Quartier del Piave e nei territori limitrofi.

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La tradizione vuole che la consistenza dei fagioli fosse abbastanza densa perché “i radici e fasioi vanno mangiati con la forchetta”.

Nonostante le numerose influenze culinarie che hanno caratterizzano l’enogastronomia della nostra zona, la preparazione di questo piatto è rimasta praticamente intatta a dimostrazione che, nonostante il gusto amaro del radicchio e quello delicato del fagiolo sia un abbinamento particolare, è il piatto più radicalizzato e caratteristico non solo della cucina ma anche della collettività dell’Alta Marca Trevigiana.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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