Si chiama Bikinioff il chatbot – che qui per comodità definiremo app – in grado di modificare un’immagine trasformandola in un nudo integrale sorprendentemente credibile. Il chatbot che da qualche tempo circola su Telegram, consente infatti di “spogliare” il soggetto in foto con conseguenze pericolose nel caso in cui l’utente intendesse diffondere il materiale, nella peggiore delle ipotesi, a fine di un ricatto sessuale. L’app basata sull’intelligenza artificiale è già stata al centro di alcuni casi di cronaca recente (l’ultimo anche a Treviso) che invitano a non trascurarne la diffusione in particolare fra i giovanissimi.
“Bikinioff è in grado di ricostruire il corpo senza vestiti in modo assolutamente credibile, conservando i lineamenti della persona nella foto – spiega l’avvocato trevigiano Alberto Bozzo, giuslavorista esperto in materia di privacy e protezione dei dati applicata ai nuovi usi dell’intelligenza artificiale – Si tratta di uno strumento pericoloso poiché non vi è alcuna ‘cultura’ a riguardo. Nel caso ad utilizzarlo fosse un minore, seppur con fini scherzosi, il rischio di commettere reati anche gravi è dietro l’angolo. I reati a cui si rischia di andare incontro vanno dal furto dell’identità digitale, alla violazione del trattamento dei dati personali, fino a sconfinare nel penale nel caso del revenge porn o di diffusione di materiale pedopornografico se il soggetto nella foto è minorenne”.
“Bikinioff ci mette di fronte ai primi sviluppi dell’AI a fondo sessuale – prosegue Bozzo – un po’ come accadde dopo l’avvento di internet, uno strumento rivoluzionario che ha sì migliorato la nostra vita, ma i cui primi impieghi furono in ambito militare o a sfondo sessuale (siti porno)”.
“L’uso dell’app di per sé non è illecito – precisa l’avvocato – ciò che manca è la normativa che lo regola. Siamo ancora infatti in attesa del regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale che dovrebbe uscire nel 2024, forse inizio 2025, e che riguarderebbe anche questo genere di applicazioni, così come altri utilizzi di intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, fino a che mancherà una linea normativa a livello europeo, i singoli stati non prenderanno provvedimenti in tal senso”.
Come orientarsi nel vuoto normativo
Ammesso che la legge ancora non riesca a stare al passo con gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che al di là del caso specifico di Bikinioff sta avendo anche risvolti positivi in vari ambiti – basti pensare alle sue applicazioni nello screening del cancro al seno – fare cultura digitale rimane al momento il migliore strumento per tutelare sé stessi e gli altri contro gli abusi.
“Lo smartphone può essere pericoloso come un’arma da fuoco – conclude l’avvocato Bozzo – Dal momento in cui si posta una foto sui social bisogna tenere a mente che se ne sta perdendo completamente la disponibilità. Promuovere l’educazione sui nuovi strumenti digitali è tutto ciò che si può fare in questo momento. In riferimento a Bikinioff bisogna spiegare ai giovani che incappano in questo chatbot che le immagini realizzate con tale strumento non vanno nella maniera più assoluta inviate ad altri o pubblicate sui social. Se la si usa è bene cancellare immediatamente l’immagine modificata”.
“Nel caso un genitore scoprisse che il proprio figlio o la propria figlia sia vittima di un uso improprio dell’app è bene rivolgersi immediatamente alla Polizia postale e procedere con una segnalazione al Garante della privacy“.
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