“Dal 2010 ad oggi sono 19 gli esemplari di lupo uccisi nel territorio veneto, di cui la maggior parte (7) nella provincia di Treviso. Decisamente troppi, visto che parliamo di una specie superprotetta. E potrebbe trattarsi della punta dell’iceberg”: sono queste le parole con cui Andrea Zanoni, consigliere del Pd alla Regione Veneto, commenta i dati, ottenuti con due accessi agli atti, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve).
“È come se fossero stati eliminati 3 branchi di lupi – continua Zanoni – non sappiamo tutte le cause: certamente in quattro casi, tra cui Vittorio Veneto e Pederobba, si tratta di incidenti stradali mentre in altri tre, uno nel veronese e gli altri due l’anno scorso tra Valdobbiadene e Borso del Grappa, è stato accertato il bracconaggio. Ma i casi potrebbero essere di più”.
Con il consenso dell’Autorità giudiziaria, Zanoni ha ottenuto la documentazione sull’esemplare morto in Lessinia nel 2018: “Sono stati ben 28 i pallettoni estratti dal corpo del povero animale – riferisce – un bellissimo maschio di 36 chili e mezzo”.
Il rappresentante del PD ha richiesto un secondo accesso agli atti dell’Izsve per verificare le cause di ogni singola morte. Al fine di evitare questi spiacevoli eventi era stata attivata un’iniziativa europea, il Progetto Wolfalps, che garantiva risorse per l’acquisto di recinti elettrificati e di cani pastore e che aveva visto in molte zone d’Italia l’azzeramento delle predazioni.
“Purtroppo la giunta regionale si è mossa tardi” afferma Zanoni, che ricorda anche come “la protezione a livello statale, comunitaria e internazionale prevede 22 misure di gestione del lupo e contenimento dei danni da adottare prima di arrivare agli abbattimenti. Ricordo che, come previsto dalla legge, chi spara ai lupi rischia l’arresto da due a otto mesi“.
(Foto: Andrea Zanoni).
#Qdpnws.it