Venezia e Treviso prime in Italia per carenze di organico nelle sedi giudiziarie, il ministro Nordio in visita nella Marca: “Situazione intollerabile, interverremo”

Prima visita nella Marca per Carlo Nordio in veste di neo ministro della Giustizia questa mattina nel Tribunale di Treviso. Dopo la tappa al Palazzo di Giustizia di Venezia, l’ex magistrato trevigiano ha incontrato gli ex colleghi giudici e avvocati nella sala della Corte d’Assise. Al centro dell’intervento di Nordio ci sono state le difficoltà delle sedi giudiziarie venete, con Treviso e Venezia in testa a livello nazionale per mancanza di organico.

“Un pubblico ministero ogni 63 mila abitanti” ha precisato il presidente del Tribunale di Treviso Antonello Fabbro, anticipando l’intervento di Nordio. Per il ministro “la situazione è intollerabile, interverremo per accelerare i concorsi e incrementare le assunzioni dei magistrati. Un altro dei fronti d’intervento punterà alla sburocratizzazione dell’apparato amministrativo che appesantisce e allunga ulteriormente i tempi della Giustizia” ha proseguito Nordio sfilandosi dalla tasca una busta verde.

“È la notifica arrivata a casa mia a Treviso qualche giorno fa. Mia moglie credeva fosse una multa e invece era la notifica della mia elezione alla Camera dei Deputati. È solo uno degli esempi di un apparato burocratico ottocentesco”. Ripulire il Codice da norme “inutili e dannose” e accorciare i tempi giurassici della Giustizia emergono come le priorità del Ministero presieduto da Carlo Nordio. “Abbiamo già istituito una task force per attuare una revisione globale del nostro sistema giuridico. Pensiamo solo che abbiamo un Codice penale che risale agli anni Trenta”. In merito ai tempi della giustizia, l’ex magistrato porta una stima dei costi della lentezza dei processi.

“Le lungaggini ci costano il 2% del PIL: questo significa che accorciando la durata dei processi potremmo risparmiare ogni anno fino a 40 miliardi di euro, in sostanza l’equivalente di una manovra finanziaria”. A margine dell’incontro a Treviso, il ministro ha espresso il proprio punto di vista giuridico sulla situazione delle navi umanitarie ferme al porto di Catania: “Il Trattato di Dublino parla chiaro, la gestione dei migranti spetta allo Stato di primo accesso. Se una nave umanitaria salva dei migranti in acque internazionali, a farsi carico delle persone a bordo deve essere lo Stato di primo accesso, che in questo caso corrisponde allo Stato di bandiera della nave”.

Nel corso della visita agli uffici giudiziari veneziani, il Guardasigilli ha affermato, come riporta l’Ansa, che “per la criticità legata ai trasferimenti dei magistrati e del personale in altre regioni, l’idea di un reclutamento a livello regionale potrebbe essere proficua per farli rimanere in sede. Vi sono difficoltà di carattere normativo e costituzionale che cercheremo di affrontare. La possibilità di applicare la Legge speciale per Venezia è un problema che non era mai venuto in mente, nemmeno a me, per un reclutamento più sollecito, e ci penseremo”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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