Viaggio nella Treviso Sotterranea: Qdpnews.it alla scoperta dei misteri della Marca Gioiosa

Siamo abituati a soffermarci soltanto sulla superficie delle cose e su ciò che può essere indagato comodamente, senza richiedere sforzi eccessivi. Sappiamo, però, che i veri tesori si nascondono il più delle volte negli anfratti nascosti di luoghi che pensavamo di conoscere e negli spazi inesplorati dell’animo umano, complesso macrocosmo ricco di sfumature difficili da penetrare.

Sarà così anche per Treviso? Cosa nasconde realmente la città capoluogo della “Marca Gioiosa”? Qdpnews.it, senza scendere fino alle viscere della terra, ha voluto comunque scoprire una Treviso che non ti aspetti grazie ai volontari dell’associazione “Treviso Sotterranea”.

L’associazione è nata nel 2014, dopo oltre trent’anni di ricerche condotte dai ricercatori storici Roberto Stocco, Simone Piaser e Massimiliano Zago, con l’ulteriore contributo dell’archeologa Sara Paris e dello speleologo Sandro Meneghel.

Tra gli scopi dell’associazione si evidenzia l’entusiasmo per la ricerca, lo studio e la tutela ai fini della valorizzazione e promozione culturale delle strutture ipogee presenti nella città e nella provincia di Treviso. Le ricerche svolte dall’associazione, con l’obiettivo di tutelare l’importante patrimonio storico-archeologico della città, avvengono nelle varie cavità sotterranee create nei secoli dall’uomo.

Forte del crescente interesse nei confronti del mondo sotterraneo, il primo progetto dell’associazione ha previsto dei percorsi lungo le mura cinquecentesche della città per rendere visitabili al pubblico una serie di sotterranei conservati sotto i bastioni e nei basamenti delle porte dell’antica fortezza veneziana.

Le attività dell’associazione si sono concentrate negli anni nella ricerca di cavità sotterranee nel centro storico di Treviso, lungo la cortina muraria rinascimentale e in altri ambiti storico-artistici della provincia trevigiana. Nel tempo si è creata una vera e propria banca dati delle varie strutture sotterranee presenti nel territorio, mediante la realizzazione di rilievi della cavità, una dettagliata documentazione fotografica e ricerche d’archivio per il reperimento di eventuali documentazioni storiche.

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Un’attenzione particolare è stata riservata al bastione poligonale del Castello, realizzato verso la metà del ‘500 su progetto dell’architetto Michele Sanmicheli a rinforzo del vecchio castello della città. Il torrione d’angolo di San Tomaso, invece, conserva le relative cannoniere ancora pressoché intatte, attraverso le quali venivano esplosi i tiri d’artiglieria per la difesa radente dei tratti di mura a sud, verso il fiume Sile, e ad ovest, a copertura dell’omonima porta monumentale, anch’essa dotata di postazioni d’artiglieria in sotterraneo.

Inglobata nel basamento di Porta San Tomaso si trova la splendida casamatta, destinata ad ospitare le artiglierie difensive incaricate della copertura con il tiro radente alle mura. Sotto il terrapieno di Santa Sofia, nei pressi del ponte della Gobba, sono ancora conservati i resti dei magazzini sotterranei del vecchio macello comunale e un cunicolo lungo oltre 100 metri ancora perfettamente conservato.

Esplorare questi luoghi ci ha fatto sentire, come abbiamo ricordato all’inizio, degli scopritori di tesori privilegiati. Abbiamo avvicinato un passato che parla al presente con i volti consumati delle proprie architetture. Abbiamo ricordato un tempo glorioso in cui Venezia e le sue terre sono state un esempio di perfetta organizzazione politica e militare, rappresentando un modello per tutto il mondo. La nostra esperienza nella “Treviso Sotterranea” ha risvegliato in noi la voglia di riappropriarci della nostra storia e di farlo andando oltre la superficie delle cose per assaporare la straordinaria bellezza di ciò che spesso è celato a chi, pigro e poco curioso, si accontenta di ciò che è già visibile a tutti.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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