Un’infermiera trevigiana, operativa all’hub vaccinale di Villorba (ex Maber), è stata sospesa dall’Ulss 2 e ora è sotto indagine per falso ideologico e omissione d’atti d’ufficio.
Avrebbe finto di vaccinare alcuni amici e conoscenti creando delle “corsie preferenziali” per chi non voleva realmente ricevere il siero ma aveva bisogno di ottenere ugualmente il Green Pass. Sarebbero una decina le non avvenute inoculazioni.
“La segnalazione è partita da noi – spiega il direttore generale Francesco Benazzi -. Un nostro collaboratore ha notato dei comportamenti anomali, li ha trasferiti al direttore del Sisp, De Rui, che a sua volta li ha segnalati all’autorità giudiziaria e di polizia. Il caso è seguito da tempo dalla questura. Anche noi siamo in attesa di sviluppi, sarà il magistrato a fare luce sulla vicenda e noi, come azienda, siamo a totale disposizione“.
La donna, cinquantenne, è un’infermiera dipendente dell’Ulss 2 da diversi anni, ha lavorato anche in ospedale e ha dato disponibilità a collaborare per la campagna vaccinale, non è una No Vax, è regolarmente protetta dal Covid.
Giovedì pomeriggio gli agenti della mobile di Treviso sono arrivati all’ex Maber di Villorba per sequestrare alcuni bidoncini di siringhe usate dalla donna. L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Gabriella Cama.
“I casi sono circoscritti e legati a rapporti della cerchia amicale – sottolinea Benazzi -. A chi si è vaccinato alla Maber assicuriamo che non ci sono problemi con le inoculazioni. Ciò che avvenuto non riguarda la massa di popolazione già vaccinata. Ringraziamo la Polizia di Stato che sta facendo un buon lavoro”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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