Vino trattato come le sigarette? Scelte europee che nuociono gravemente alla salute?

Alcuni interventi dell’Ue nuociono gravemente alla salute? Se lo chiede Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, nonché della consulta vitivinicola veneta, dopo la notizia che nelle bottiglie di vino ci potrebbero finire le diciture che si vedono sui pacchetti di sigarette.  Ancora una volta l’Unione Europea non si schiera dalla parte dell’identità delle sue radici e della sua agricoltura. La proposta di etichettare il vino con indicazioni allarmiste e generiche è un atto che nulla ha a che fare con l’educazione al bere consapevole, ma rischia di avere come unico effetto la mistificazione di un prodotto identitario, tipico, tradizionale e di qualità quando si parla di denominazioni tutelate dalla stessa Unione Europea.


Il Veneto, con i suoi 103.000 ettari di vigneto e una produzione annuale di circa 11 milioni di ettolitri, rappresenta il 30% dell’intero mercato italiano del vino, con un valore economico di circa 5 miliardi di euro, di cui 3 miliardi derivano dall’export. Questo risultato è frutto di decenni di lavoro che hanno visto il passaggio da vini generici a Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG e DOC) che oggi costituiscono quasi l’80% della produzione veneta.


Questa l’analisi della consulta regionale vitivinicola di Coldiretti Veneto guidata da Giorgio Polegato, che aggiunge: ”L’export è fondamentale per il settore, con oltre metà dei vini prodotti in Veneto destinati ai mercati esteri, come il Prosecco e il Valpolicella, che raggiungono punte del 70-80% di export. Inoltre, il comparto coinvolge oltre 26.000 aziende agricole, molte delle quali gestiscono l’intera filiera, contribuendo allo sviluppo economico anche nei territori più marginali, con un impatto positivo sul turismo e sull’agroalimentare locale”.

La proposta dell’UE di inserire allarmi “salutistici” sulle bottiglie di vino va unicamente nella direzione di danneggiare il settore che nel 2024 ha raggiunto un record di 8,2 miliardi di euro con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. Questi messaggi allarmistici uniti alle politiche proibizionistiche in arrivo, come quella di aumentare la tassazione sul vino, rappresentano solo una scorciatoia che non porterà al vero obiettivo, ossia una vera politica di educazione al bere consapevole senza eccessi, che è il vero tema salutistico da affrontare in modo serio e non così.

Coldiretti e Filiera Italia hanno già espresso preoccupazioni in una lettera alla Commissione Europea, ribadendo che la promozione di un consumo consapevole di alcol è fondamentale per la salute pubblica, senza penalizzare un prodotto che è parte integrante della Dieta Mediterranea e un pilastro dell’economia italiana.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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