Vino veneto, “la qualità delle produzioni triplica i valori”

Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso
Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso

Non si ferma la crescita Made in Veneto nel mondo che con il “sistema vino” punta a quota 3 miliardi nel 2024. E’ quanto rivela Coldiretti secondo le analisi del Centro Studi Divulga.

“Malgrado la situazione internazionale incerta e instabile – commenta Giorgio Polegato, presidente della Consulta regionale vitivinicola oltre che di Coldiretti Treviso – continua la corsa sui mercati internazionali. È questo il risultato più interessante che emerge dall’incrocio dei dati diffusi da Regione, Veneto Agricoltura e dai Consorzi di Tutela più importanti del Veneto”.

Il 2024 si annuncia come l’anno dei record, con un export che dai dati provvisori dovrebbe raggiungere per la prima volta la cifra tonda dei 3 miliardi di euro. Numeri che confermano il Veneto come la prima regione in Italia con il 37% delle esportazioni totali. Un dato che non deve stupire se si considera che i valori dei vini Doc/Igt in bottiglia è stimato pari a 4,3 miliardi di euro, più di tre volte quello del Piemonte, seconda Regione italiana (fonte Divulga).

A trainare non solo o non tanto il successo del Veneto, ma possiamo affermare il successo del Paese nel mondo, è il Sistema Prosecco fatto dalle tre denominazioni: Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg, Asolo Prosecco Docg e Prosecco Doc. “In particolare – spiega Giorgio Polegato – la Doc, stando ai dati diffusi dal Consorzio di Tutela, ha prodotto 660 milioni di bottiglie con una crescita del + 7,1 rispetto 2023. Una crescita oltre le aspettative cui ha contributo il Rosè con un aumento di + 20% raggiungendo il 10% dell’intera produzione della Doc. Il Veneto, grazie al sistema prosecco, si conferma la “sparkling wine valley” per eccellenza”.

“Oltre che per le quantità, il Veneto spicca per gli elevati livelli qualitativi delle sue produzioni. Da sottolineare anche la performance del Pinot Grigio che in Veneto si può produrre solo come vino a denominazione, una scelta chiara e strategica che sta premiando le aziende vitivinicole – sostiene Giorgio Polegato -. Il Consorzio delle Venezie ha dichiarato una crescita del 3% delle bottiglie prodotte ed una crescita ancor superiore in valore a partire dalla materia prima con quotazioni all’ingrosso superiori all’euro”.

Sono tutti segnali importanti per le oltre 26 mila cantine del territorio che si trovano ad arginare un’impennata senza precedenti dei costi di produzione anche a causa degli andamenti climatici.

“La composizione del vigneto veneto – conclude Giorgio Polegato – conferma la prevalenza delle varietà a bacca bianca (il 75% del totale). Da citare Verona che con quasi il 50% di uve rosse continua ad essere la roccaforte dei grandi rossi veneti con Amarone e Valpolicella che nonostante le maggiori criticità del mercato continuano a difendere il loro straordinario valore che da tanti anni il mercato riconosce”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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