Il presidente di Avis Vittorio Veneto Luciano Sommariva e quelli di Fidas Gruppo di Cordignano (Lorenzo Garbelotto) e Gruppo di Orsago (Patrizia Pagotto) hanno scritto una lettera ai sindaci di Vittorio Veneto Antonio Miatto, di Cappella Maggiore Vincenzo Traetta, di Colle Umberto Sebastiano Coletti, di Cordignano Roberto Campagna, di Fregona Patrizio Chies, di Orsago Fabio Collot, di Revine Lago Massimo Magagnin, di Sarmede Larry Pizzol e di Tarzo Vincenzo Sacchet nonché, per conoscenza, all’Avis provinciale di Treviso e regionale del Veneto e a Fidas Treviso e Fidas Veneto.
Oggetto della missiva è il ridimensionamento dell’operatività del centro trasfusionale dell’ospedale di riferimento del territorio, quello di via Forlanini a Costa di Vittorio Veneto.
“Gentili sindaci – si legge nella lettera – le associazioni di donatori di sangue, Avis e Fidas, firmatarie del presente documento, vi segnalano la seguente problematica chiedendo il vostro supporto. Dal 1° dicembre 2021 il centro trasfusionale dell’ospedale di Vittorio Veneto, luogo in cui i nostri donatori si recano per effettuare donazioni di sangue e di plasma in modo volontario, gratuito, anonimo e responsabile, ha subito un drastico ridimensionamento delle sue giornate di apertura. Questa decisione è stata assunta dall’Ulss 2 alla luce della carenza di personale, in particolare di medici trasfusionisti. Un problema noto, visto che si protrae da una decina d’anni, e per il quale sarebbe stato opportuno intraprendere una programmazione finalizzata a garantire pienamente un servizio salva-vita per un’intera comunità, evitando così di arrivare a questo ridimensionamento che avrà, inevitabilmente, ripercussioni sulla raccolta e sulla disponibilità di sangue ed emoderivati. AI centro trasfusionale dell’ospedale di Vittorio Veneto fanno riferimento gli oltre 3mila donatori attivi (pari a circa 5mila donazioni all’anno) della comunale di Avis Vittorio Veneto (che comprende territorialmente Vittorio Veneto, Revine Lago, Tarzo, Colle Umberto, Cappella Maggiore, Sarmede e Fregona), di altre comunali e gruppi Avis, di Fidas Cordignano e Orsago.
ll centro trasfusionale dell’ospedale di Vittorio Veneto fino al 30 novembre scorso era aperto dal lunedì al venerdì e il primo e l’ultimo sabato del mese, giornate in cui noi donatori possiamo donare sangue e plasma, un dono insostituibile e indispensabile per il buon funzionamento del sistema sanitario e per salvare delle vite umane. Dal 1° dicembre il centro trasfusionale rimane chiuso il mercoledì e il venerdì. L’Ulss 2 ci ha comunicato che si tratta di una chiusura “temporanea”, ma non ci è dato sapere fino a quando. Temiamo che questo possa tradursi in un ulteriore calo delle donazioni di sangue e di plasma, dopo che già nel corso di questo 2021 abbiamo dovuto registrare un calo del 13% di donazioni rispetto all’anno precedente (già in calo) motivate da incertezze e preoccupazioni personali, difficoltà di assentarsi dal lavoro per donare e anche dalla classificazione di Covid Hospital del nostro nosocomio. Ci spiace constatare come ancora una volta l’ospedale di Vittorio Veneto subisca provvedimenti negativi a discapito della comunità e di un servizio – quello della donazione e della raccolta di emoderivati – svolto quotidianamente spesso senza tanta visibilità, ma fondamentale, da volontari-donatori e da personale sanitario.
I donatori di sangue sono una delle colonne portanti del nostro sistema sanitario nazionale: mettono a disposizione del prossimo una parte di sé e il loro tempo. E questo senza chiedere nulla in cambio. Vi chiediamo, sindaci, un vostro fattivo interessamento su questa nostra questione con i vertici dell’Ulss 2 e del sistema sanitario regionale. Consci della difficile situazione che stiamo vivendo, tra pandemia e carenza di personale per i centri trasfusionali, vi chiediamo di darci il vostro formale supporto e sostegno nella richiesta di ottenere almeno un ulteriore sabato di apertura del centro trasfusionale dell’ospedale di Vittorio Veneto (facendo così passare da 2 a 3 i sabati di apertura al mese) e di introdurre – come è stato garantito al centro trasfusionale dell’ospedale di Montebelluna, pure oggetto di un ridimensionamento delle giornate di apertura – una giornata di apertura al mese alla domenica, così da rispondere a tutte le richieste di donazione dell’area del vittoriese e far sì che la raccolta di sangue e di plasma prosegua a pieno ritmo quale dono imprescindibile per salvare vite umane”.
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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