I quadri solidali dell’artista Favaro. “Le capacità vanno messe a servizio dei meno fortunati”

Un artista solidale, a fianco di malati e associazioni Onlus: l’ex dirigente dell’azienda Tognana Silvano Favaro racconta come una semplice passione può trasformarsi in un aiuto concreto per i meno fortunati.

Nato a Treviso, Silvano si è sempre contraddistinto nel suo lavoro per l’impegno che ci metteva ogni giorno. Una volta arrivata la pensione, la sua passione per l’arte si è amplificata portandolo alla creazione di molti quadri, utilizzando diverse tecniche: Action painting, Purring e acquerello. Opere che ha deciso di non voler vendere per un suo tornaconto: Silvano le “regala” chiedendo all’acquirente di fare un bonifico ad aziende Ulss e di volontariato che si occupano di persone con difficoltà.

Quadri di tutte le dimensioni, originali e colorati. Com’è nata questa idea?  

“Non si arriva mai a caso in queste scelte – spiega -. Nel corso della tua vita ti sei costruito un ideale di ‘uomo’ con una serie di valori: giustizia, altruismo e lealtà. Successivamente è subentrato lo sport e il mondo lavorativo, costruendo dei rapporti con le persone che ti porta a vedere le cose in una certa maniera. Hai visto persone morire, che hanno tribolatosofferto nella loro malattia e sono andate anche a terminare la loro vita in queste associazioni.

Ho conosciuto famiglie che hanno persone con handicap in casa non indifferenti. Tutto questo ti fa pensare che a un certo punto le tue capacità le devi mettere a servizio. Sto vicino a queste persone e associazioni alla mia maniera. Oggi i volontari sono sempre meno, i soldi non sono più quelli che c’erano una volta e quindi c’è bisogno anche di un supporto economico.

Da dove si parte?

“Bisogna aver fiducia nelle persone – spiega -. Io faccio quadri, a chi li vuole li regalo senza nessuna spesa e lui deve impegnarsi a fare un bonifico a una azienda Ulss o al volontariato che seguono soprattutto persone in particolari difficoltà: malati terminali che hanno bisogno di cure palliative o di avere la famiglia vicina”.

Quali sono le maggiori difficoltà?

“La cosa più fastidiosa è fare il quadro che vuole uno. Accetto in linea di massima i colori. Se qualcuno mi chiede qualcosa di particolare, se posso non glielo faccio perché sennò sono in balia del ‘cliente’. È bello? Ti piace o non ti piace? Sarebbe meglio così? Da qui parte l’idea. Essere obbligato a farlo in una certa maniera non ti ispira per niente”.

Quali sono le sue tecniche preferite?

“Rispetto a una volta che facevo solo serigrafie a due, tre colori o colorate a mano, adesso faccio soprattutto tele con tecniche varie. La prima è quella che uso per gli sfondi: Purring. Si tratta della colatura del colore nella tela mischiata con vari colori che danno delle sfumature molto particolari.

Assieme a questa tecnica poi posso mettere l’Action painting che è la schizzatura del colore. Normalmente quasi tutti fanno dall’alto in basso ma io la faccio orizzontalmente. Poi c’è tutto il discorso materico: sabbiafoglie, dove creo rilievi e poi uso le stesse tecniche. Gli sfondi fatti con Purring e  Action painting poi posso anche dipingere col pennello, mettendo delle figure.

Un’altra tecnica sono gli acquerelli: parto da foto mie personali, elaborate, stampate con una stampante Fine Art su carta da acquerello. Una volta stampate le acquerello a mano, ristampo di nuovo su carta acquerellata e acquerello ancora sopra. Poi ci sono tutti quelli a rilievo dove faccio dei reparti, ci metto il colore all’interno e continuo con la spatola. Lo integro comunque con l’Action painting”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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