West nile, Vaiolo delle scimmie e Covid, boom di contagi: la difficile estate della sanità trevigiana

West Nile e vaiolo delle scimmie, a cui si aggiunge ancora l’ampia diffusione del Covid-19, che però questa settimana sta facendo registrare, in provincia di Treviso, il 30% dei positivi al contagio, sui tamponi effettuati, rispetto al 50% della scorsa settimana.

La difficile estate trevigiana, dal punto di vista sanitario, deve fare i conti con più fronti allarmanti, come sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2: “Siamo di fronte ad un incremento di patologie infettive d’origine esotica, dovuto quest’anno anche da una maggiore mobilità delle persone, che hanno ripreso a viaggiare, e dalla persistenza del clima caldo e umido, che favorisce questo tipo di patologie”.

Benazzi conferma che ad oggi sono stati riscontrati tre casi e due decessi legati al virus West Nile, detto anche Febbre del Nilo, registrato per la prima volta nella Marca Trevigiana nel 2008. L’infezione viene trasmessa tra gli uccelli e all’uomo principalmente dalla zanzara culex (di specie modestus e specie pipiens). Benazzi però aggiunge che non ci deve essere allarmismo: l’80-85% delle persone punte da questo insetto non manifestano sintomi, il 10% avverte delle conseguenze mentre una ridottissima percentuale viene colpita in modo molto grave, soprattutto se si tratta di soggetti fragili, già affetti da altre serie complicanze, come i due anziani di Ponzano e Salgareda deceduti in meno di una settimana. “Oltre ai tre già registrati, non ci sono altri casi sospetti di West Nile”, ribadisce Benazzi, “Gli esperti confermano che il caldo favorisce una maggiore aggressività del virus. Il nostro consiglio, per evitare il rischio di essere punti, è quello di non uscire a camminare, se possibile, all’imbrunire, di usare i normali repellenti antizanzara e di indossare vestiti chiari, poiché gli abiti scuri attraggono maggiormente la zanzara culex”.

Inoltre, il servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss 2 ha inviato una lettera ai sindaci trevigiani, raccomandando loro di rafforzare le misure di disinfestazione  e gli interventi con i larvicidi per contenere la diffusione delle “micidiali” zanzare veicolo della Febbre del Nilo.

Molto più contenuta è la preoccupazione per il vaiolo delle scimmie, che ha fatto la sua comparsa anche nella Marca. Provoca febbre, bolle e lesioni sulla pelle. Finora sono emersi quattro caso e tali rimangono, conferma il direttore generale; il contagio deriverebbe da un viaggio nei Paesi africani e ha interessato quattro persone sui 30 anni, tutte messe in isolamento domiciliare dall’Ulss 2 nei giorni scorsi e già negativizzate.

Per quanto concerne il fronte Covid-19, nel territorio dell’Ulss 2 la situazione a tutt’oggi è la seguente: 146 ricoveri nei reparti ospedalieri ordinari, tre persone sono state dimesse oggi dalla terapia intensiva del Ca’ Foncello mentre una contagiata rimane ancora ricoverata a Conegliano.

“Nel giro di una settimana si è vista una discesa lenta dei ricoveri – afferma Benazzi, – Intanto stiamo valutando se serve l’apertura di altri centri tampone, in particolare nell’area dell’asolano che sta registrando più necessità, però dobbiamo trovare un posto adeguato”. Intanto procede la campagna per la somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid-19: “Attualmente siamo a 1200-1300 persone vaccinate al giorno; va detto che gli over 60 stanno rispondendo molto di più rispetto agli over 80, ma questo anche perché sono molti coloro che in questa fascia sono stati contagiati recentemente e che, quindi, adesso godono della copertura immunitaria”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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