Bigolino di Valdobbiadene in festa domani per il 90esimo anniversario del gruppo alpini

Cent’anni fa ebbe fine la Prima guerra mondiale, un decennio dopo nacque il gruppo alpini di Bigolino-San Giovanni. Era il 1928 e domani, domenica 21 ottobre, le penne nere guidate da Floriano Curto, capogruppo dal 1999, festeggeranno il loro 90esimo anniversario insieme all’intera sezione alpini di Valdobbiadene.

Fitto il programma della due giorni alpina. Si parte questa sera, sabato 20 ottobre, alle ore 21, nella parrocchiale di Bigolino, che ospiterà il concerto dei cori Voces Plavis e Cortina. Il clou dell’evento sarà domani, domenica 22 ottobre. La giornata inizierà alle ore 10 con la sfilata degli alpini per le vie del paese, a seguire l’alzabandiera, gli onori al bellissimo monumento dedicato ai caduti locali, la messa alle 10.30 e le orazioni ufficiali dalle ore 11.45.

Raccontare la storia del gruppo alpini di Bigolino e San Giovanni dopo tanti anni – ha affermato con commozione Floriano Curto – non è sicuramente cosa facile anche perché vuol dire raccontare la vita e le vicende di più generazioni di alpini che hanno attraversato quasi un secolo di storia. Il gruppo fu fondato nel 1928 per volere di sei alpini reduci della Grande Guerra, già soci fondatori della sezione di Valdobbiadene: Oreste Cesco, Fortunato Costa, Angelo Dal Molin, Pietro Prosdocimo, Silvio Rebuli e Camillo Tormena, combattenti nei battaglioni ‘Feltre’ e ‘Val Cismon’. Proprio il sergente maggiore Camillo Tormena fu scelto come primo capogruppo, alla guida degli alpini delle due frazioni fino al 1939″.

“Nel 1940, dopo l’adunata nazionale di Torino – continua Curto – tutte le sezioni dell’associazione nazionale alpini furono chiuse. I reduci della Seconda guerra mondiale ritornano sfiduciati e smarriti, era poca la voglia di riprendere la vita associativa. Protagonisti della rinascita del nostro gruppo furono Ausilio Miotto e Sebastiano Curto. ‘Nini’ prese le redini del gruppo in quel difficile periodo e lo guidò fino al 1976, superando anche la separazione dagli alpini di San Giovanni, che nel 1963 fondarono un nuovo gruppo presieduto da Gentile Vettoretti“.

Valdobbiadene alpini bigolino

Dopo il trentennio di Sebastiano Curto fu nominato capogruppo Siro Libero Gobbo, in carica dal 1977 al 1984. Tra il 1985 e il 1987 gli alpini di Bigolino vennero rappresentati da Italo Miotto, al quale succedette l’attuale capogruppo Floriano Curto, in carica fino al 1992 e rieletto nel 1999 dopo il quinquennio di Arrigo Zadra.

Quali sono stati i progetti più rilevanti di questi novant’anni di storia? “Nel 1976 – ha risposto Floriano Curto – abbiamo vissuto da vicino il tragico terremoto del Friuli. Alcuni nostri giovani si trovano direttamente coinvolti poiché erano presenti nelle caserme locali per il servizio militare e si ritrovano a vivere una difficile esperienza come vittime, soccorritori e protagonisti della ricostruzione. Il gruppo di Bigolino si impegnò da subito con la raccolta di fondi e beni di prima necessità, inoltre alcuni nostri soci si misero a disposizione con la loro prestazione d’opera nei turni organizzati nei vari cantieri per i primi soccorsi e per la ricostruzione”.

“Un progetto ben diverso ma molto importante – prosegue Curto – è stato la manutenzione straordinaria del monumento ai caduti di Bigolino. Un intervento realizzato nel 2011 che si proponeva di dare una maggiore visibilità all’opera, di evidenziare il suo significato storico e di dare splendore alla piazza di Bigolino. Un’opera di notevole importanza che è stata possibile grazie al sostanziale contributo economico del Comune di Valdobbiadene, della Provincia di Treviso, della Banca Popolare di Vicenza, del gruppo Alpini di Bigolino e con la generosa disponibilità e prestazione d’opera di molte aziende e cittadini”.

Per concludere, una dedica speciale a tutte le penne nere: “Lo spirito che anima gli alpini, quelli di ieri come quelli di oggi, è sempre lo stesso: il senso del dovere e la disponibilità verso il prossimo. Potremmo raccontare tante belle cose fatte dagli alpini, qui come in ogni luogo, ma gli alpini lo fanno e continuano a farlo senza tanto clamore, senza chiedere nulla in cambio e si sentono gratificati semplicemente per averlo fatto”.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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