Valdobbiadene, segnalazioni social per violazioni delle norme anti-Covid. Le forze dell’ordine: “Chiamate noi”

La prassi di segnalare tutto quello che succede nei social, già presente prima dell’emergenza sanitaria, sembra sia cresciuta a dismisura in questi mesi segnati dalla pandemia del Covid.

Già in quella che molti chiamavano “prima ondata del Coronavirus”, tanti cittadini si sono trasformati in investigatori privati o informatori seriali degli amministratori locali e regionali, scattando foto che, sistematicamente, inviavano al politico di turno per documentare l’illecito del giorno nella comunità di appartenenza.

In questo momento dell’emergenza sanitaria, dove la gente sembra aver perso la pazienza ma anche la speranza per le conseguenze economiche e sociali del Covid, ogni situazione viene esasperata da comportamenti e reazioni difficili da controllare.

Anche nell’Alta Marca Trevigiana non mancano i post o le segnalazioni di presunte violazioni delle regole anti-Covid e i chiacchiericci su probabili assembramenti nei locali, con persone che si trattengono all’interno di bar e ristoranti anche dopo le ore 18, l’orario di chiusura stabilito se una Regione si trova in zona gialla.

Da Valdobbiadene arriva l’ultimo caso con un cittadino che si è sfogato nei social, lamentandosi di aver trovato i carabinieri a Pianezze quando nei bar della piazza, riferendosi in modo generico alla Vigilia di Natale, verrebbe addirittura fatta entrare della gente di nascosto.

Il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese, confermando che i controlli in paese vengono fatti quotidianamente, ha voluto sottolineare l’importanza di aiutarsi reciprocamente per venir fuori il prima possibile da questa situazione di grande difficoltà.

Le forze dell’ordine, contrariate da questa moda di pubblicare tutto nei social, continuano a insistere da tempo sull’inutilità di queste segnalazioni: in questi casi, infatti, è opportuno chiamare immediatamente il 112 per permettere alle pattuglie di turno di svolgere le verifiche del caso e, eventualmente, di procedere con la sanzione.

Non tutto viene fatto in cattiva fede, perché c’è chi crede che le segnalazioni nei social possano essere lette dai cittadini invitandoli a responsabilizzarsi maggiormente.

In ogni caso, la “caccia alle streghe” sembra servire a poco e i post troppo generici nei social potrebbero creare inutili allarmismi, aumentare la confusione o comunque penalizzare categorie, come quelle degli imprenditori che gestiscono bar e ristoranti, che si trovano in condizioni difficili per le continue restrizioni.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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