Invasione di animali selvatici sul Cesen. Confagricoltura Treviso: sosteniamo gli allevatori

Confagricoltura Treviso esprime preoccupazione per il fenomeno sempre più preoccupante dell’invasione di specie animali, che minaccia la tradizionale e secolare attività dell’alpeggio sul monte Cesen.

“Sosteniamo gli allevatori del Consorzio di valorizzazione montana Monte Cesen, che alla Festa della montagna di Pianezze del 25 agosto hanno denunciato i danni ai pascoli causati dalla proliferazione esponenziale della fauna selvatica sul massiccio – dice Fabio Curto, vicepresidente di Confagricoltura Treviso e presidente degli allevatori di Confagricoltura Veneto -. Anche nell’intera Pedemontana trevigiana la popolazione dei cinghiali è aumentata a dismisura negli ultimi anni, arrivando a contare migliaia di esemplari, e sta creando danni notevoli all’ambiente e alle attività agricole dell’area”.

Migliaia di ettari sul monte Cesen sono stati devastati – denuncia Curto – Gli animali scavano con il grugno fino a diversi centimetri di profondità alla ricerca di bulbi, radici e tuberi e, così facendo, sollevano e ribaltano intere zolle di terreno. Il cotico erboso viene completamente rimosso e perché ricresca in montagna occorre molto tempo, anche 5 o 6 anni. Il rischio è che le vacche non trovino erba a sufficienza. La stima dei danni in questi anni è di centinaia di migliaia di euro. Ma oltre ai danni alla zootecnia e all’ambiente, c’è anche quello idrogeologico, perché togliendo l’erba aumenta il rischio frane, e c’è quello legato al turismo. Negli ultimi anni c’è stata una crescita di escursionisti e amanti della montagna, grazie anche ai prodotti tipici e alla promozione. Un lavoro che rischia di essere vanificato”.

Il cinghiale non è autoctono del Veneto, ma ha trovato nelle colline e montagne venete un habitat ideale: non avendo predatori naturali, è proliferato in tutte le Prealpi, dove trova vaste aree ricche di cibo e adatte alla rapida riproduzione. Ora c’è il timore che arrivino anche i lupi, che nel Bellunese e sull’Altopiano di Asiago si stanno diffondendo rapidamente, compiendo vere e proprie carneficine di bovini e ovini.

“Le segnalazioni confermano la loro presenza sul territorio e, quando questi predatori arriveranno a mettere casa sul Cesen, per l’alpeggio sarà una mazzata – sottolinea Curto -. Ci chiediamo chi ci difenderà, visto che da anni segnaliamo i danni causati dai cinghiali e altra fauna selvatica e poco è stato fatto. La Regione aveva messo a disposizione dei fondi per far fronte il fenomeno, ma le iniziative messe in campo non si sono dimostrate efficaci e continuiamo a vivere nell’emergenza e nella paura che la nostra attività possa andare all’aria”.

(Fonte: Confagricoltura Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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