È uno dei momenti più iconici per il tradizionale rito cerimoniale, ma anche un appuntamento atteso e denso di significato per la Confraternita di Valdobbiadene.
La “Festa delle Nozze di Canaan” e l’Assemblea d’Inverno sono infatti l’occasione per accogliere i nuovi confratelli, per tracciare un bilancio dell’anno appena passato, per programmare le attività future e per fare una riflessione sul presente.
Nel tardo pomeriggio di ieri, sabato, all’interno della suggestiva cella vinaria della storica sede di San Pietro di Barbozza si sono radunati i cavalieri di Valdobbiadene per un appuntamento che è utile per rinsaldare il senso di appartenenza e per riaffermare gli ideali condivisi che fanno della Confraternita di Valdobbiadene un attore autorevole e attivo sul territorio.


Ad aprire i lavori dell’Assemblea d’Inverno, il Gran Maestro Enrico Bortolomiol che nella sua relazione morale ha come sempre voluto lasciare spazio ad una riflessione sul comparto vitivinicolo: “Guardo con preoccupazione al futuro delle Rive e al loro continuo abbandono. Parliamo delle stesse Rive per cui ci siamo guadagnati il riconoscimento UNESCO. Un fatto grave perché coincide con la possibile perdita di identità territoriale. Un ‘eventualità, tutt’altro che remota, che ci suggerisce di insistere sulla necessità di sovrapporre prodotto e territorio tramite un nome unico e chiaro; che ci impone di sottolineare il valore del nostro prodotto attraverso gli indici di qualità che ci contraddistinguono, dalle fasi di produzione a quelle della trasformazione; che ci spinge a lavorare per consolidare il rapporto con il consumatore. Insomma è necessario, e direi a questo punto, imperativo, porci degli obiettivi che prescindano dal ritorno economico e che siano cementificati da una visione comune e condivisa. Il futuro delle nostre aziende e del nostro territorio dipendono da questo. Sicuramente la situazione economica e commerciale in cui versa il settore non ci aiutano e sconsigliano di affrontare queste problematiche con animo leggero. Tuttavia sono fiducioso, ma dobbiamo renderci conto che la strada è una e va percorsa insieme con determinazione e con la caparbietà che ha contraddistinto prima di noi i nostri padri e i nostri nonni. Non dobbiamo permettere che sia qualcun altro a tracciare per noi il percorso. Sollecito pertanto il Consorzio di Tutela ad avviare dei tavoli di confronto e discussione con i veri artefici del passato e, mi auguro, anche del futuro del nostro territorio, i produttori”
La “Festa delle Nozze di Canaan” ha vissuto il suo momento più emozionante con la cerimonia di investitura dei nuovi Cavalieri di Valdobbiadene; protagonisti due giovani enologi, Edoardo Buso e Michele Zanardo. Dopo la formale presentazione all’assemblea – tutti i confratelli in abito da cerimonia e con le insegne dell’ordine – il Gran Maestro ha poggiato sulla spalla di entrambi i neofiti la spada cerimoniale in tralcio di vite, ripetendo un gesto che affonda le sue radici nel lontano 1946, anno di fondazione della Confraternita di Valdobbiadene, la più antica d’Italia, fatta eccezione per quelle a carattere religioso.


Un momento solenne e fortemente rappresentativo. La scelta dei nuovi cavalieri segue una attenta valutazione che tiene conto del lavoro di ogni singolo candidato e dell’impegno dimostrato nella tutela del Valdobbiadene Docg, in linea con le finalità dello Statuto e con lo spirito dei fondatori, per i quali riveste fondamentale importanza il rispetto della tradizione e la salvaguardia dell’identità territoriale.
Da ben settantanove anni la cerimonia di investitura da avviene in concomitanza con l’annuale Assemblea d’Inverno, appuntamento con il quale la Confraternita di Valdobbiadene trae le conclusioni sulle iniziative dell’anno precedente e prospetta ai confratelli programmi ed impegni futuri, tra i quali spiccano: I’ individuazione della nuova sede, la catalogazione dell’archivio storico e l’organizzazione dei festeggiamenti per gli 80 anni della Confraternita.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Confraternita di Valdobbiadene)
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