Isidoro Rebuli (nella foto), presidente del Consorzio di Valdobbiadene, nonchè Presidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene ha spiegato la difficile situazione che il turismo del territorio Patrimonio Unesco sta vivendo in questo periodo, assieme alle condizioni in cui versano le strutture ricettive del territorio, analizzando le basi di ripartenza su ci bisogna far affidamento per affrontare una ripresa graduale al turismo di prima e magari, qualitativamente migliore.
Il turismo locale aveva subito un’impennata dopo la nomina delle colline di Conegliano Valdobbiadene a patrimonio dell’Umanità e quindi molte aziende avevano investito parecchio per la promozione del territorio in generale. In quale situazione versano oggi queste strutture?
“Chiaramente, il 2020 doveva essere l’anno della partenza dato il riconoscimento Unesco, questo ha fatto si che molte aziende si siano preparate, non solo facendo una promozione dal punto di vista aziendale e turistico ma anche da quello strutturale. Tante aziende hanno fatto investimenti importanti per farsi trovare pronte in questa primavera, che doveva essere la “partenza” del territorio, c’era una crescita costante fino all’arrivo del virus e ora doveva essere il momento del boom a livello turistico”.
“Sfortunatamente questa drammatica situazione che stiamo vivendo ha portato, chiaramente, ad avere delle aziende con serissimi problemi, ad esempio chi ha fatto investimenti importanti li ha fatti in prospettiva e si è trovato ora a non avere liquidità. In questo momento soffrono in tanti, io so di diverse aziende, soprattutto sul ramo della ristorazione e degli alberghi, che hanno il reddito zero completo; c’è qualcuno che si trova in grossa difficoltà economica. Speriamo vivamente che tutto si sitemi per poi ripartire”.
“Siamo consapevoli che il nostro settore è stato il primo a chiudere e che, molto probabilmente, sarà l’ultimo a riaprire i battenti. Prima che il turismo si muova di nuovo deve andare a scemare la paura e la situazione finanziaria per molte persone, che sarà abbastanza problematica all’inizio. Mi auguro che entro fine estate-autunno si possa recuperare il tempo perduto, per tanti in questo momento è una questione di sopravvivenza e per molti non si punta al reddito”.
La ripartenza, dunque, sarà inevitabilmente lenta. Quale tipo di turismo vi aspettate?
“Inizialmente penso che si tratterà di un turismo nazionale e non internazionale, data la criticità che stanno attraversando anche i paesi esteri. Non è possibile aspettarci i numeri degli ultimi anni ovviamente, ma noi come enti inerenti al turismo, pensiamo che ci si proietterà verso un turismo più consapevole e esigente verso l’ambiente e la salute. Stiamo ragionando di effettuare corsi di formazione a riguardo, vogliamo riuscire ad essere pronti nel momento in cui si ripartirà, i turisti avranno più timore e quindi noi dovremo essere preparati”.
“Organizzare ora il tutto è come un salto nel buio, ci troviamo di fronte ad una situazione surreale e si fa fatica a pianificare il domani ma alla fine ci sarà voglia di prodotti del territorio ecosostenibili e soprattutto di stare all’aria aperta. Dovremo essere pronti a mettere in primo piano, ciò che prima non ci accorgiavamo di avere, essendo maggiormente concentrati sul prodotto: ragionare dunque su quello che il territorio offre a 360 gradi, lavorando su questo; dando, ad esempio, al turista l’opportunità di fare passeggiate e aperitivi in mezzo ai vigneti. I ristoratori e le aziende dovranno ragionare in questo modo, dimenticando il passato, rimettendosi in gioco stando attenti maggiormente a quelle che saranno le esigenze del turista. Ripartire con entusiasmo e con nuove idee”.
“Il nostro territorio probabilmente sarà uno di quelli che ripartirà meglio rispetto a molti altri in Italia, poichè possiede caratteristiche particolari e si presta appunto a questo tipo di turismo, un turismo più “green”“.
Che cosa si sente di consigliare, in questo duro periodo, agli operatori delle strutture e delle aziende per ripartire adeguatamente non appena cesserà quest’emergenza?
“Il consiglio che mi sento di dare è di cercare di sfruttare questo periodo di stop per informarsi il più possibile e “formarsi”: essere pronti alla ripartenza e non farsi prendere dallo sconforto. Storicamente i periodi di grandi problemi poi portano a delle rinascite importanti; tener quindi duro e continuare ad amare il proprio lavoro. Ci sarà sempre un domani se studi il tuo lavoro e non pensi solo a te stesso ma sei pronto a rimetterti in gioco, cosa fondamentale in questo momento per poi ripartire alla grande. Questo territorio ripartirà, ne sono convinto, il boom che doveva avvenire quest’anno in termini turistici, verrà solamente rimandato: sono pienamente convinto che già il prossimo anno torneremo con numeri importanti di presenze e che, se saremo bravi, potremo offrire una qualità migliore rispetto a prima, come ho detto prima, un turismo più consapevole“.
(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Foto: Consorzio di Valdobbiadene).
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