Don Francesco Santinon saluta Valdobbiadene: “Porterò nel cuore la bellezza del paesaggio, ogni persona cerchi di essere sempre se stessa”

Porterò nel cuore la bellezza del paesaggio di Valdobbiadene”: con queste parole don Francesco Santinon ha voluto concludere il suo messaggio per salutare i fedeli della parrocchia “Santa Maria Assunta” di Valdobbiadene dopo cinque anni da parroco del paese.

Don Francesco lascerà le colline valdobbiadenesi in seguito alla decisione del vescovo di Padova, Claudio Cipolla, di inviarlo a Dolo, dove ricoprirà il ruolo di cappellano dell’ospedale e sacerdote nella parrocchia di Fiesso d’Artico (vicariato di Dolo).

Il prossimo 5 settembre, durante la Santa messa delle ore 10 in duomo a Valdobbiadene, i parrocchiani potranno salutare il sacerdote mentre alle ore 17 di sabato 11 settembre, alla presenza del vescovo patavino, ci sarà l’ingresso ufficiale in parrocchia dei nuovi parroci don Romeo Penon e don Paolo Pizzolotto.

Don Francesco è rimasto con noi a Valdobbiadene per 5 anni ed ora il vescovo lo ha inviato all’ospedale di Dolo per continuare nella sua missione di sacerdote – commentano dalla parrocchia – Lo ringraziamo per tutto ciò che ha fatto qui a Valdobbiadene e gli auguriamo di poter continuare serenamente la sua opera nella nuova destinazione”.

In questi cinque anni don Francesco ha dovuto affrontare anche la sfida del Covid, essendo risultato positivo al virus a fine dicembre 2020, insieme ad altri problemi di salute con i quali deve convivere ogni giorno e che hanno richiesto diverse visite e accertamenti.

In molti a Valdobbiadene lo ricorderanno per i suoi giri in bicicletta per le vie del paese, ritenuti uno “strumento pastorale indovinato”, e per le visite nelle case interrotte solamente dall’emergenza sanitaria.

“Inizialmente, non conoscendomi, quando suonavo il campanello i valdobbiadenesi mi chiedevano chi fossi e cosa volessi – spiega don Francesco – Poi con il tempo le cose sono cambiate e nella maggior parte dei casi l’accoglienza è stata anche calorosa. A Valdobbiadene ho imparato a non giudicare e classificare perché ‘trovi l’oro in mezzo al pantano e trovi il pantano in mezzo all’oro’. Una persona e una comunità sono come un iceberg, il più è nascosto: ogni tanto l’iceberg si muove e a volte affiorano parti che erano sommerse e può accadere che vengano sommerse parti che erano affiorate”.

“Sono stati anni un po’ complicati per il concetto di ‘parrocchia azienda’ – aggiunge -, di conseguenza il prete ha incombenze quantitative e impegnative non indifferenti. Poi qui ‘siamo all’altezza di un cavalcavia ma il costume è della montagna’ con tutti gli aspetti positivi e negativi della cosa. Ai valdobbiadenesi dico che ogni persona cerchi di essere sempre se stessa”.

“Il Signore nel Vangelo parla di pecore e noi, giustamente, ci offendiamo per questo termine, però dopo di fatto siamo pecoroni – continua – Le pecore sono un’identità, essere pecoroni è una patologia. Non c’è evento, per quanto catastrofico, che da solo possa rivoluzionare la nostra testa se non ci sono una consapevolezza e una volontà. La pandemia poi ci ha collaudati: nello spazio stretto, infatti, o ti abbracci o ti accoltelli”.

“Ringrazio il Consiglio Pastorale e il Consiglio di amministrazione per la presenza e per l’impegno – conclude – e gli animatori che il virus ha ‘mortificato per un verso e collaudato dall’altro’. Un ricordo particolare va alle famiglie coinvolte nel percorso dell’iniziazione cristiana e all’eccellente qualità e fedeltà dell’équipe di coordinamento. Non posso dimenticare le persone che mi hanno aiutato in canonica, tutti i vari collaboratori, le scuole, i cori, chi si occupa delle pulizie, il gruppo missionario, che conferma la sua efficacia e tradizione, e il gruppo Caritas, numeroso e articolato, che opera in collaborazione con i servizi comunali”.

Ai sacerdoti che arriveranno, invece, don Francesco ha augurato il meglio, sperando che le fatiche non mortifichino mai l’entusiasmo.

Tra le novità che riguardano le parrocchie del Comune di Valdobbiadene, padre Gianromano Gnesotto, sacerdote di riferimento della parrocchia di San Vito, andrà a Padova a dirigere l’Ufficio Diocesano Migrantes (Pastorale dei Migranti) e a seguire una parrocchia vicina alla città.

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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