In queste settimane condizionate dalla siccità e dalle piogge scarse non mancano in Veneto gli appelli ad utilizzare l’acqua in maniera parsimoniosa, limitandone il consumo al minimo indispensabile.
Per questo il presidente Luca Zaia già lo scorso 3 maggio ha firmato un’ordinanza che individuava le misure necessarie a fronteggiare la situazione di deficit idrico.
Su questo provvedimento della Regione si basa la proposta del consigliere comunale Simone Adami, capogruppo della Civica Endimione, e dei colleghi consiglieri comunali Fabio Callegaro e Rita Zago.
“Partendo dal documento ufficiale della Regione Veneto – spiegano dalla Civica Endimione – rileviamo che la situazione è sicuramente grave e merita un’attenzione importante. Non crediamo che l’Autorità di Bacino e i consorzi di bonifica siano nelle condizioni da soli di garantire un apporto idrico soddisfacente alle colture. Crediamo sia necessario cambiare l’azione introducendo il concetto di accumulo dell’acqua meteorica per far fronte alle esigenze irrigue della nostra agricoltura”.
“Riteniamo che tutte le procedure per la costruzione di serbatoi e piccoli invasi dovrebbero avere una corsia semplificata – continuano – Con questo intendiamo pochi adempimenti burocratici e tempi rapidi e certi. Portiamo questo tema all’attenzione del consiglio comunale affinché si avvii un serio progetto di mitigazione di questo problema. L’azione di governo locale a questo punto non può che passare attraverso la condivisione del documento in oggetto con tutti gli organi superiori a partire dal tavolo intercomunale del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg”.
Adami ha sottolineato l’importanza della raccolta dell’acqua meteorica in queste situazioni: “L’utilizzo della acqua di falda – ha aggiunto – significa impoverire la falda che ha un tempo di riempimento molto lungo, anche 40-50 anni. Utilizzare l’acqua potabile e di sorgente ha degli impatti importanti sul nostro ambiente”.
La giunta guidata dal sindaco Luciano Fregonese è intervenuta concretamente per far fronte all’emergenza siccità: è dello scorso 20 giugno, infatti, l’ordinanza sindacale con la quale si prescriveva l’uso razionale dell’acqua di acquedotto ai soli fini igienico sanitari e domestici.
Il Comune di Valdobbiadene ha prescritto il divieto di utilizzare l’acqua potabile di acquedotto per annaffiare orti e giardini, lavare auto o altri usi non strettamente igienico sanitari.
“Oltre all’ordinanza sindacale sull’uso razionale dell’acqua potabile ai soli fini igienico sanitari – spiega Fregonese -, emanata oltre un mese fa proprio in previsione di una possibile carenza idrica, l’amministrazione comunale di Valdobbiadene ha approvato nel 2020 il regolamento delle perequazioni che prevede incentivi, sotto forma di sgravi sugli oneri edilizi, a chi realizza vasche di accumulo dell’acqua piovana o sistemi di depurazione con riuso delle acque reflue. Questo permette di favorire il risparmio idrico e l’uso corretto della risorsa idrica in occasione di interventi edilizi”.
“Insieme a questo – continua -, da alcuni mesi l’amministrazione comunale ha avviato un’attività finalizzata a individuare forme di standardizzazione delle pratiche necessarie per realizzare piccoli invasi per la raccolta di acqua piovana anche in ambito agricolo e forestale. Per questo è stato avviato un confronto con il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg, anche attraverso l’attività del consigliere comunale Edoardo Buso che fa parte del tavolo del Consorzio che si sta occupando di questo studio”.
“Sicuramente va incentivata ogni forma di raccolta diffusa dell’acqua piovana – conclude -, di quella che viene definita ‘prima pioggia’ che normalmente scorre superficialmente senza un sensibile rimpinguamento della falda, piuttosto che incentivare il proliferare di pozzi privati per il prelievo di acqua dalla falda. Infatti, è fondamentale che sia fatta una pianificazione ampia e approfondita sugli interventi pubblici o privati necessari ad ottimizzare la disponibilità e l’utilizzo di acqua sia per scopi umani che agricoli. Questo con lo scopo sia di sopportare periodi siccitosi come questo, che nel futuro potrebbero essere sempre più frequenti, sia di preservare la risorsa idrica in termini di quantità e qualità”.
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