Emergenza profughi dall’Ucraina, il Veneto è pronto a utilizzare 5 ex ospedali come dormitori: c’è anche Valdobbiadene

“Vi annuncio che noi siamo pronti ad aprire i nostri ospedali di Monselice, Noale, Valdobbiadene, Isola della Scala e Zevio se ci fosse necessità, in via emergenziale: possono diventare fondamentalmente dei dormitori provvisori per coloro che non hanno dei parenti”.

Nella conferenza stampa di oggi il presidente Luca Zaia ha confermato che il Veneto è pronto ad ospitare i profughi che potrebbero arrivare dall’Ucraina anche se in questo momento la maggior parte degli arrivi riguarda i ricongiungimenti familiari.

Il presidente del Veneto non ha escluso di poter chiedere in futuro anche l’aiuto delle famiglie venete per poter aiutare queste persone.

Il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, è stato contattato informalmente questa mattina ed è in attesa di altre eventuali indicazioni dalla Regione e dalla Prefettura per iniziare a muoversi.

Fino ad ora dall’Ucraina arrivano richieste di farmaci ed entro sera la Regione darà un numero di conto corrente per le donazioni in favore delle popolazioni che soffrono per la guerra.

Zaia ha cancellato i suoi impegni negli Emirati Arabi, dove avrebbe dovuto presentare le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 e altre progettualità del Veneto, come segno di rispetto per quello che sta avvenendo in Ucraina.

“Noi siamo fortemente preoccupati della situazione – ha affermato il presidente – Per noi è ingiustificabile in tutte le maniera un evento bellico, soprattutto in un momento nel quale comunque non c’è la minima osservazione che possa deporre a favore di così tanta violenza. Rischia di diventare un Vietnam e una guerra pericolosa per la comunità ucraina e per il mondo intero. Va fermata con tutti i nostri mezzi e noi, davanti alle scene che cominciano ad arrivare, non possiamo rimanere inerti e non porci la questione”.

“I veneti hanno già dimostrato di essere sul pezzo – continua – Ringrazio tutti gli imprenditori che ci chiamano per dare la loro totale e piena disponibilità. Sono gli stessi imprenditori che magari lavorano con la Russia, però si rendono conto che non possiamo accettare che ci siano bambini con i cateteri nelle aree metropolitane o messi nei bunker. Sono scene che non avremmo mai voluto vedere e non vogliamo vedere. Vi posso garantire che le persone perbene il sangue non lo vogliono vedere”.

Il governatore del Veneto ha sottolineato che in alcuni Paesi del mondo, dopo quello che è successo, la guerra è ancora un’opzione e questo preoccupa molto perché si tratta anche di nazioni vicine all’Italia.

“È arrivato un pullman a San Vendemiano già organizzato – spiega -, conosco l’impresa che si è attivata. Gli imprenditori mi dicono di essere pronti a ospitare le famiglie e anche ad assumere se c’è bisogno. Qua c’è la volontà di dare una mano al punto tale che ho ricevuto delle offerte per queste persone. Ieri mattina ho sentito il ministro Luigi di Maio, rinnovando la nostra disponibilità a fare quello che sappiamo fare: la sanità. La sanità del Veneto è a disposizione del popolo ucraino e quindi per noi gli ospedali sono aperti. Fortunatamente il Covid sta allentando la presa e abbiamo spazio per occuparci di questi eventuali pazienti”.

Per questo il Veneto si sta organizzando per capire come accogliere queste persone, gestendo anche il discorso del riconoscimento dei vaccini contro il Covid diversi da quelli accettati nell’Unione Europea.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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