Esonero del contributo di costruzione, botta e risposta sulla modifica alla delibera

Il via libera all’esonero dal contributo di costruzione per gli interventi di ristrutturazione edilizia su fabbricati a destinazione residenziale, o finalizzati alla destinazione residenziale, ha creato qualche malumore a Valdobbiadene.

La relativa delibera è stata infatti approvata di recente dalla maggioranza in Consiglio comunale con l’obiettivo dichiarato di ridurre lo spopolamento dei nuclei storici e delle frazioni del territorio, oltre a favorire appunto la residenzialità.

E fin qui, tutto bene. Ma, a sollevare le critiche del gruppo di minoranza Valdobbiadene Autentica, è stata una modifica allo stesso documento antecedente alla seduta del parlamentino, sulla cui interpretazione nonché sulle tempistiche le versioni divergono.

“A prima vista potrebbe sembrare un’ottima iniziativa, considerando il fatto che, nella Commissione consiliare precedente al Consiglio comunale, la delibera presentava una sostanziale differenza rispetto a quella poi approvata – ha dichiarato Martina Bertelle, consigliere comunale di Valdobbiadene Autentica -. Ovvero si diceva che l’esenzione era ‘subordinata alla stipula con il Comune di una convenzione con la quale il proprietario si obbliga a mantenere la residenza come prima casa e a non cedere l’immobile in proprietà o in godimento a qualsiasi titolo per dieci anni dalla data di rilascio dell’agibilità'”.

Una versione della delibera, quest’ultima, che aveva trovato il parere favorevole delle
minoranze. Ma poi, stando alle contestazioni dell’opposizione, le cose sono cambiate.

“Un paio di giorni prima del Consiglio comunale la delibera è stata modificata unilateralmente della maggioranza, togliendo un requisito fondamentale: quello dell’obbligo di residenza del proprietario ed il criterio di esenzione applicabile esclusivamente alla prima casa – prosegue Bertelle – Ciò significa che chi ha un’abitazione residenziale, oppure un immobile con altra destinazione d’uso, che con un intervento di ristrutturazione edilizia diventerebbe residenziale, potrebbe chiedere l’esenzione del contributo di costruzione per la ristrutturazione di più unità abitative e magari adibire gli immobili residenziali a locazione turistica o B&B (tipologie di strutture che non prevedono la destinazione d’uso turistico ricettiva, ma residenziale). Queste ultime sono anche le strutture ricettive maggiormente presenti in questi territori perché risultano più compatibili con i luoghi in cui si insediano”

Con il risultato, è la critica della minoranza, “di non favorire la residenzialità, ma anzi, di dargli la mazzata finale”.

Rilievi che però il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, respinge al mittente: “Anzitutto la modifica di cui si parla è stata proposta e discussa otto giorni prima del Consiglio (e non due) nell’apposita Commissione – la replica del primo cittadino -. Non solo, in quella sede il testo è stato anche votato all’unanimità. Il vincolo della prima casa? Sì, è stato tolto perché, parlando con i tecnici, è emerso che la sua effettiva verificabilità sarebbe molto complicata, quindi abbiamo scelto di semplificare per non avere dei controlli che poi si rivelino inutili”.

Ma Bertelle continua il suo affondo: “Un altro esempio potrebbe essere quello di un non residente che possiede un immobile a Valdobbiadene, che approfitta dell’esenzione per
sistemare un casello in collina o una vecchia casa rurale, e viene a passare il tempo libero nella seconda casa tra le colline. Senza invertire così il destino che tocca agli immobili vuoti di un comune agricolo a sfondo turistico come Valdobbiadene, nel quale i residenti faticano a rimanere. Senza contare poi l’aspetto, non meno importante, del mancato introito degli oneri da parte del Comune. In questo caso si andrà a favorire coloro che hanno la possibilità di investire su uno o più immobili da ristrutturare. Le scarse entrate da parte del Comune sono state studiate e monitorate in questi ultimi anni dall’Amministrazione, arrivando a dire che serve trovare una soluzione per aumentare le entrate. Ma con questa manovra si va da tutt’altra parte, peggiorando anzi la situazione economica. Andamento che il gruppo Valdobbiadene Autentica continuerà a monitorare”.

Il criterio della residenzialità resta, solo non per la prima casa – ribadisce Fregonese -. Se poi cambia la destinazione d’uso, il Comune passerà all’incasso perché la proprietà dovrà pagare senza alcuno sgravio. Del resto a Valdobbiadene ci sono attualmente 2.800 immobili vuoti, con questa delibera noi agiamo proprio su questi per incrementare le residenze (che sia prima o seconda casa). Era uno dei nostri obiettivi. Monitoreremo l’andamento nel 2025 e se ci saranno poi da fare dei correttivi, li faremo”.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: Archivio Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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